“È pericoloso, data la facilità con cui si sbaglia, vivere puntando solo sull’onestà”: questo aforisma di Tito Livio dimostra in maniera incontestabile l’attualità e l’intelligenza del suo insegnamento. Anche perché l’historia liviana non punta alla ricerca della verità ma a dimostrare come qualità mentali e morali abbiano un ruolo fondamentale nello svolgimento degli avvenimenti.
Marziale, infatti, riferendosi a lui ne sottolineava il moralismo della sua terra di origine, causa, secondo lui delle sue tendenze politiche conservatrici. In effetti, pur essendosi trasferito a Roma, Tito Livio dimostra un certo attaccamento alla sua città, inserendo all’inizio della sua monumentale opera che lo rese famoso un riferimento ad Antenore, come mitico fondatore di Padova.
È proprio il forte legame con Patavium ricordata nell’apertura di Ab Urbe Condita, la sua grande opera letteraria di 142 volumi, a tracciare il fil rouge di questo lungo anno di appuntamenti, risultato di un complesso lavoro di sinergia tra Università di Padova, Comune, Soprintendenza Archeologica del Veneto, Regione, fondazioni, associazioni.
Convegni, incontri, spettacoli, musica, proiezioni, visite guidate, reading e molto altro ancora. A duemila anni dalla sua morte, datata al 17 d. C., Padova celebra Tito Livio, lo storico che in questa città nacque e morì.
Un legame che incide moltissimo nella vita e nell’opera di Livio e che contribuisce a stabilire un rapporto complesso e duraturo tra Roma e la sua terra d’origine.
Tra le iniziative più importanti che accompagneranno il “Livius noster“, i festeggiamenti per il bimillenario della morte di Tito Livio, una guida archeologica cartacea e una serie di visori a realtà aumentata.
La guida archeologica “Padova. La città di Tito Livio”, disponibile al bookshop dei musei civici e in libreria, contiene saggi e schede sui luoghi e i monumenti di epoca romana, dalla tomba di Antenore alle aree archeologiche di Montegrotto Terme, passando per l’arena, il porto fluviale, l’acquedotto, il recinto funerario di Palazzo Maldura e le strade rinvenute nel sottosuolo della città. L’obiettivo è quello di presentare ai turisti l’aspetto e le caratteristiche della Patavium vissuta quotidianamente, osservata e abitata da Tito Livio.
I visori, che consentiranno un’immersione virtuale nell’antica città, saranno invece disponibili dal 3 luglio al 5 agosto nel cantiere archeologico di Prato della Valle con le immagini del teatro che circondava l’Isola Memmia, il 23-24 settembre nella sede della Soprintendenza con la ricostruzione dell’antico porto fluviale e da ottobre ai musei civici con la visione dell’anfiteatro come doveva essere ai tempi di Tito Livio.
Livius noster sarà anche lezioni e ascolto di brani d’opera legati al mondo romano e alle storie narrate da Tito Livio, produzioni cinematografiche e letture teatrali che culmineranno con lo spettacolo “Gli Orazi e i Curiazi” di Bertold Brecht interpretato da Marco Paolini per la regia di Gabriele Vacis il primo ottobre al Palazzo della Ragione.
Importanti anche le pubblicazioni realizzate per l’occasione: dalla ‘Guida alla Padova di Tito Livio’ alla ‘Guida archeologica su Padova romana’, passando per il libro illustrato distribuito alle scuole primarie della città ‘Tito Livio. Storie di ieri e di oggi’.
“Questa manifestazione – ha commentato Rosario Rizzuto, rettore dell’università di Padova – porta a tutta la città il valore della cultura classica e della nostra storia attraverso la fantasia, la modernità e lo spessore culturale delle tante iniziative proposte”.