A Villa dei Vescovi (bene del Fondo Ambiente italiano) di Luvigliano (Padova), dal 20 maggio all’11 settembre, si aprirà la mostra “Glass – Arte del vetro oggi in Italia”. Un’esposizione di opere straordinarie curata dall’artista e gallerista Jean Blanchaert, con il coordinamento di Irina Eschenazi Focsaneanu. Quale migliore cornice se non quella bucolica dei Colli Euganei per un quadro di pezzi unici che raccontano il vetro nella storia? E per narrarla questa storia, per dipanare il fenomeno artistico che caratterizza la scena del vetro nell’attualità sono stati chiamati ad esporre le loro opere artisti di tutto il mondo, designer, architetti e botteghe artigiane. I lavori in allestimento sono molto diversi tra loro, per tecnica, radice culturale, poetica e funzione.
Realizzazioni informali in vetro soffiato, in vetro massello, in vetro a lume, in vetro fusione e a stampo, oltre a diversi lavori in cui questo materiale si fonde con altri elementi, come ferro e legno. Nell’ambito del progetto, il 10 e 11 settembre, l’ultimo appuntamento sarà con la mostra mercato di vetri realizzati e dipinti a mano, con una sezione dedicata ai maestri vetrai veneti e alle produzioni eccellenti del territorio.
Un’arte millenaria quella del vetro, che nel nostro Paese trova una delle sue massime espressioni.
I primi documenti che ci giungono sull’arte vetraria italiana risalgono al 982 d.C. , anno in cui in un atto pubblico compare il nome di un artigiano di Venezia. Dopo il 982 si ha la conferma dell’esistenza di altri vetrai, ma dalla fine del XIII secolo le botteghe artigiane risultano essere esclusivamente muranesi. Tutte le vetrerie si concentrarono infatti nella piccola isola lagunare, poiché a seguito di numerosi incendi quelle veneziane furono distrutte.
Nel 1291, di fatto, Murano diviene l’isola del vetro, con intere generazioni di maestri vetrai che si susseguono dall’antichità ad oggi. Il vetro è un materiale di pregio ma altresì comune, trasparente come pure colorato, fragile in alcuni casi ed estremamente sicuro in altri, forgiato o lineare. Il vetro si ottiene fondendo ad altissima temperatura la sabbia silicea con ossidi e carbonati. Quello muranese ha avuto un costo assai elevato tra i secoli X e XIV, cioè fino a quando gli artigiani riuscirono a mantenerne segreta la tecnica. Poi non fu più così. Intorno al 1688 venne realizzato un nuovo processo di fusione ed il vetro cominciò a diventare un elemento d’impiego comune. Ma fu l’invenzione della pressa per il vetro (1827) a dare inizio alla produzione di massa di questo materiale e l’anno 1903 viene ancora oggi ricordato per l’invenzione della prima macchina atta alla realizzazione delle bottiglie su scala industriale. Si dovette aspettare ancora un po’ per giungere (nel 1928) alla nascita del vetro di sicurezza, arrivando quindi al 1936 per la realizzazione delle prime fibre di vetro.
Negli anni ‘60, dello scorso secolo ecco invece la produzione dei vetri piani che divennero tavoli, scrivanie, mensole. Se oggi si vuole ripercorrere cronologicamente l’evoluzione tecnica e artistica della lavorazione del vetro, in particolare di quello muranese non vi è migliore location del Museo presso Palazzo Giustinian a Venezia, interamente rinnovato lo scorso anno, oppure recarsi alla mostra di Luvigliano che siamo certi non deluderà le attese dei visitatori.