Nel maggio scorso, il governo messicano ha autorizzato l’estradizione del signore della droga, Joaquin “El Chapo” Guzman, negli Stati Uniti. La decisione è stata presa dopo che le autorità messicane hanno avuto rassicurazioni che per Guzman, evaso da un carcere di massima scurezza e poi arrestato nuovamente a gennaio dopo sei mesi di latitanza, non verrà richiesta la pena di morte. Il ministero degli Esteri messicano ha riferito che Guzman verrà processato nei tribunali federali di Texas e California. Si tratta del terzo via libera istituzionale al processo di estradizione di Joaquin Guzman, contro il quale però il boss può ancora presentare ricorso e frenare il processo ancora per parecchio tempo.
Attualmente, Guzman è detenuto nel carcere di Ciudad Juarez, Messico, al confine con la città di El Paso, Texas. Arrestato nel febbraio 2014, nel giugno del 2015 era riuscito a fuggire dal carcere di massima sicurezza dove era rinchiuso, ma è stato catturato di nuovo nel gennaio di quest’anno. Durante la latitanza aveva rilasciato un’intervista all’attore Sean Penn pubblicata da Rolling Stone. Proprio quel contatto e altri passi falsi avevano portato la polizia messicana, con l’aiuto degli Usa, a scoprire il suo nascondiglio.
La notizia dell’autorizzazione all’estradizione è eclatante perché significherebbe la rottura del forti coperture politico-istituzionali di cui El Chapo godeva. Segno che l’assetto precario dei cartelli della droga messicani sta subendo una radicale ridefinizione. La domanda che molti si pongono è: chi sostituirà al vertice del cartello di Sinaloa, finora il più potente, la figura ormai mitica di Joaquin Guzman? Figura e vicenda raccontate magistralmente dallo scrittore americano Don Winslow in diversi romanzi (“Il potere del Cane” e soprattutto il recente “Il Cartello). Non mancano in tal senso indiscrezioni e anticipazioni. Il successore più accreditato sembrerebbe essere Nemesio Oseguera Cervantes detto El Mencho, leader del CJNG (il Cartello di nuova generazione di Jalisco), considerato attualmente il più grande e il più spietato gruppo criminale del Messico insieme ai Los Zetas. Nell’ultimo anno, infatti, ha attaccato ripetutamente le forze dell’ordine con operazioni di guerriglia, abbattendo persino un elicottero dell’esercito.
Il comando strategico del nuovo cartello si trova nella cittadina di Tepalcatapec, al confine tra gli Stati di Jalisco e di Michoacán. Questa prospettiva preoccupa anche gli americani. “È uno dei cartelli più potenti del Messico e ha cellule operative anche negli Stati Uniti”, dichiara Russ Baer, agente della DEA. Anche il Ministero del tesoro Usa indica nel Mencho, alias “Blondie”, il nuovo superboss del narcotraffico. Su di lui pende già una taglia di 5 milioni di dollari. Il CJNG è nato nel 2009 come filiale regionale del Cartello di Sinaloa, ma ha avuto una rapidissima espansione grazie alla violenza e alla corruzione dopo l’uscita di scena di Joaquin Guzman. Di recente, il Cartello di Jalisco ha avviato una vasta operazione di penetrazione nella zona di Tijuana, al confine con la California, scontrandosi ovviamente con i narcos di Sinaloa che, privi del loro capo, non riescono a resistere con successo alle sempre più frequenti incursioni degli uomini del Mencho. Fatto sta che la guerra tra i cartelli rivali ha provocato nel 2015 un picco nel numero degli omicidi nello Stato messicano della Bassa California, punto nevralgico delle rotte della droga verso gli Stati Uniti.