Nella capitale giordana il genio di Leonardo fa da ponte tra scienza e tecnologia, andando a grandi passi nella storia.
S’intitola “Leonardo’s Machines: italian excellence over the centuries” la Mostra allestita al Jordan Museum di Amman fino al 7 dicembre, che espone una selezione di modelli artigianali provenienti dal Museo fiorentino.
L’iniziativa s’incentra sulla realizzazione dei famosi studi tecnologici contenuti nei codici leonardeschi attraverso modelli in scala realizzati, oggi, dal maestro artigiano e curatore della mostra, Gabriele Niccolai.
Il percorso espositivo è corredato da una sezione realizzata, per l’occasione, dall’Università di Firenze, in cui vengono parallelamente illustrate le scoperte e le invenzioni che dagli scienziati arabi del Medioevo sono arrivate fino al pensiero di Leonardo da Vinci.
Per tutta la vita Leonardo ha cercato di comprendere la natura nella sua più profonda essenza e le sue leggi. Egli ha riempito con maestria migliaia di fogli di minuziosi disegni per descrivere il corpo umano, i fiori e le piante, l’acqua, il volo degli uccelli e tutto quanto attraesse il proprio interesse e la propria curiosità. Leonardo è stato ingegnere, pittore e scienziato, un uomo d’ingegno e talento universale, che nel Rinascimento ha pienamente incarnato lo spirito dell’epoca spingendo la sua ricerca verso le maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell’arte e della conoscenza. Si è occupato di architettura e scultura, di progetti e invenzioni. Disegnatore, anatomista, musicista, ma anche sceneggiatore creativo e indomito. Un talento ed un ingegno di grandissimo, imprescindibile valore tanto da essere considerato uno dei più grandi geni dell’umanità.
I suoi studi si sono avvalsi anche del contributo di predecessori arabi ed ora in quelle terre il suo pensiero torna per un saluto.
La mostra “Leonardo’s Machines: italian excellence over the centuries” ha altresì contribuito al successo italiano del World Science Forum 2017 promosso dall’Unesco e dall’International Council for Science, che si è tenuto per la prima volta in Giordania dal 7 all’11 novembre. Il rapporto con la scienza e la ricerca protese al futuro è stato evidenziato, in particolare, dalla presenza di un gruppo di ricercatori giordani che durante un periodo di formazione ha preso parte ai programmi scientifici della Crown Prince Foundation, appositamente dedicati a giovani studiosi giordani. Alcuni di essi hanno appena concluso un’esperienza di lavoro presso la Nasa, nel cui centro di Ames (California) è stato progettato il primo satellite giordano, che verrà lanciato in orbita nei prossimi mesi.
La Giordania sta cambiando sempre sospesa con grande armonia tra passato e futuro. Amman è oggi il centro nevralgico delle comunicazioni, del trasporto, del turismo, di istruzione e ricerca. Dopo la guerra in Iraq i rapporti commerciali tra i due Paesi si sono concentrati sulla capitale giordana e l’economia cittadina è in vertiginosa crescita.
Amman, costruita su sette colli proprio come Roma, staglia il suo profilo tra storia e innovazione.
La città è divisa tra la parte ovest dove il ritmo è veloce, incalzante come quello delle altre capitali del globo, dinamiche, frenetiche, protese al domani, e quella orientale dove il fluire del tempo è assai più lento, disseminata di bazar, piccoli negozi, il souk, le bancarelle odorose di spezie e prodotti locali. Visitarla è come sempre un’emozione senza tempo.
L’inaugurazione della Mostra sui lavori di Leonardo da Vinci è stata un grande evento. Patrocinata dalla principessa Wijdan Al-Hashemi, ha visto la partecipazione della principessa Rajwa bint Ali, artista e scultrice, presidente della Royal Society of Fine Arts, e il direttore generale del Museo Ihab Amarin.
La realizzazione della rassegna si è inoltre avvalsa della partnership di Leonardo, azienda globale ad alta tecnologia impegnata nei settori dell’aerospazio, difesa e sicurezza.