Alla fine del canto XIV del Purgatorio, nella cornice degli invidiosi, a commento di esempi terribili di invidia punita (tra i quali quello di Caino), Virgilio dice a Dante: “Chiamavi ’l cielo e ’ntorno vi si gira, mostrandovi le sue bellezze etterne, e l’occhio vostro pur a terra mira; onde vi batte chi tutto discerne”.
Cioè: voi non guardate in alto, al cielo, voi guardate soltanto in basso, a terra: per questo Dio vi punisce. Ne risulta che l’astronomia, cioè lo studio degli astri, può diventare una via di ascesa spirituale a Dio, perché i versi citati significano “dovete osservare il cielo e lì vedere Dio”. In questi versi “cielo” è proprio il cielo che vediamo ruotare intorno a noi mostrandoci gli astri: bellezze eterne, non effimere come quelle che vediamo sulla terra.
Le costellazioni zodiacali, l’equatore celeste, il moto di precessione e tanti altri curiosi aspetti dell’astronomia raccontati nei più bei versi di Dante sono protagonisti dal 14 marzo alla Biblioteca Universitaria di Piazza Fiume di Sassari, dove trovano spazio, all’interno delle teche, antichi volumi ai quali il sommo poeta si ispirava per la descrizione del cielo.
Il lavoro di ricerca, che fa parte del progetto “La misura del tempo” curato dalla Società astronomica turritana e dal Circolo Aristeo, è un’iniziativa del fisico Gian Nicola Cabizza che coinvolge il Liceo Scientifico Paglietti di Porto Torres. Sono esposti i pannelli con i versi e le illustrazioni, gli antichi volumi degli autori a cui Dante si ispirava per leggere il cielo ed interessanti strumenti messi a disposizione dal Planetario di Siligo
Il lavoro ha interessato i liceali nello studio in aula e in diverse sessioni all’aperto, seguiti dagli insegnanti di italiano, storia, filosofia, geografia astronomica ed informatica. Tutto ciò ha portato alla realizzazione di una app per cellulari e palmari che traduce in forma sintetica i contenuti della mostra. L’esposizione è costituita da pannelli con i versi originali corredati da spiegazioni e illustrazioni grafiche: sono evidenziati concetti astronomici come l’equatore celeste, l’eclittica, il moto di precessione e poi via via le diverse costellazioni zodiacali.
Parte del fascino della mostra è dovuto alla ricca collezione di testi antichi, risalenti al ‘500 e ‘600, adagiati nelle teche della biblioteca. Sono le opere degli autori depositari del sapere astronomico, cui si rifacevano gli scienziati e gli studiosi del tempo. Arabi, greci e persiani, da Averroé a Tolomeo passando per Euclide e Aristotele. A dividersi lo spazio con i libri sono numerosi strumenti usati in ogni epoca per lo studio della volta celeste, messi a disposizione dal planetario di Siligo, che a sua volta cura la mostra “Sfere Celesti”.
Dante aveva approfondito le conoscenze astronomiche con l’opera di Alfragano (nella traduzione latina “Liber de Aggregationibus Scientiae Stellarum et Principiis Coelestium Motum” riassunto dell’Almagesto di Tolomeo). Il suo schema teorico fondamentale è quindi prettamente tolemaico, con la terra al centro dell’Universo intorno alla quale ruotano sole e luna e, mediante cicli ed epicicli, i cinque pianeti, due dei quali, Mercurio e Venere, fra la luna e il sole. Si hanno così le sette sfere tradizionali cui è sovrapposta l’ottava delle stelle fisse. Dante, corrette le idee di Aristotele e attribuita a Tolomeo l’introduzione del nono cielo, afferma nel Convivio che i cieli mobili sono nove.
Le posizioni dei pianeti indicate da Dante nella Commedia, l’importanza del numero nove a cui viene dato un fondamento astronomico, i molti riferimenti temporali, geografici e astrologici, sono pure finzioni poetiche oppure hanno un reale valore scientifico?
Sin dall’XI secolo in Europa iniziano a diffondersi le opere scientifico-filosofiche della cultura classica, la maggior parte di queste portate in Spagna dagli arabi. Un importante polo di diffusione è rappresentato dalla Scuola di traduttori di Toledo, dove operano decine di studiosi arabi ed europei. L’italiano Gherardo da Cremona traduce dall’arabo al latino l’Almagesto di Tolomeo, il De Caelo di Aristotele, nonché diversi importanti lavori del grande astronomo islamico Alfragano.
Nel mondo cristiano, riprendono e rielaborano questi testi numerosi pensatori, tra cui Giovanni Sacrobosco, che pubblica in Scozia il De Sphaera e Alberto Magno di Colonia, autore del De Coelo et mundo. Queste opere, basate sul modello geocentrico aristotelico-tolemaico, ben si adattavano alla Chiesa cristiana dell’epoca che ne favorì la diffusione. Dante mostra di conoscere questi lavori, citando ripetutamente nei suoi scritti Alberto Magno, Aristotele, Tolomeo, Alfragano, altri scienziati e filosofi arabi e persiani.
L’Alighieri si colloca pienamente nel periodo storico in cui l’Umanesimo pone le basi del Rinascimento europeo. I versi di interesse astronomico che compaiono nella Divina Commedia sono numerosissimi. L’Almagesto di Tolomeo, il De Caelo di Aristotele, i lavori del grande astronomo islamico Alfragano, Giovanni Sacrobosco che pubblica in Scozia il De Sphaera e Alberto Magno autore del De Coelo et mundo e tanti altri scienziati e filosofi arabi e persiani sono ripetutamente citati negli scritti di Dante.
La mostra vedrà racchiusi nelle vetrine pregiate opere antiche del 1500 e 1600 di Aristotele, Alberto Magno , Al-Ghazzali, Averroes, Beda il Venerabile, Euclide, Galeno, Giulio Igino, Plinio , Rubio Antonio, Tolomeo e tanto altro accompagnati dai grafici realizzati nel lavoro didattico che si è svolto presso il Liceo Scientifico “Paglietti” di Porto Torres.
Impreziosiscono il percorso strumenti sorprendenti come l’Astrolabio, la Sfera armillare, l’Orologio solare ed il Sestante, tutti messi a disposizione dalla mostra didattica “Sfere celesti” del Planetario di Siligo. «In Dante, l’astronomia è presente in maniera profonda e lui ne è uno straordinario conoscitore, gioca con concetti complessi per costruire dei passaggi poetici straordinari – ha commentato Gian Nicola Cabizza – Per poterli interpretare occorrono due addetti ai lavori, l’uno che conosca il Poema, l’altro che conosca il cielo, e questo è stato fatto con una buona sintesi».
Durante la cerimonia di inaugurazione, sono intervenuti la direttrice della Biblioteca universitariaViviana Tarasconi (che ha messo a disposizione i volumi legati a Dante), il responsabile scientifico della mostra Gian Nicola Cabizza, il dirigente scolastico del liceo Paglietti di Porto Torres Francesco Sircana, la coordinatrice didattica Maria Grazia Pichereddu, il presidente della Società Astronomica turritana Michele Forteleoni ed Aldo Maria Morace, preside del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’Ateneo turritano. Il percorso è stato studiato per poter essere inserito in un circuito di promozione itinerante, tanto che l’Università di Sassari si è resa disponibile per contribuire in tal senso, anche a livello internazionale. Prossime tappe saranno a Cagliari, per il Festival della scienza, ed a Padova, per la mostra scientifica Sperimentando.
Un ottimo esempio di collaborazione tra istituzioni della cultura, studenti e docenti, ed il risultato è stato tanto apprezzato che sarà presente per al Festival della Scienza di Cagliari ed alla mostra “Sperimentando”, in programma a Padova.