Luoghi bellissimi e mistici e un’impagabile esperienza di serenità interiore. Sono le caratteristiche di un tipo di turismo che negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia. Via dal caos e dalla fretta: anche se non animati da spirito religioso, vale la pena di andare alla scoperta di monasteri e santuari, spesso immersi nel verde e costruiti in zone davvero particolari del nostro territorio, sia in pianura, che in collina, sull’Appennino o di fianco a corsi d’acqua.
Oggi i monasteri sono preziosi monumenti della cultura. Gli scenari naturali, i suggestivi paesaggi, l’inconfondibile architettura che li caratterizza fanno di questi luoghi uno scrigno di incomparabile bellezza, permeato da un’atmosfera d’altri tempi, che ancora in pochi, hanno avuto modo di avvicinare. E’ molto singolare la sensazione che prova il visitatore varcando la soglia dei solidi portoni di legno dei monasteri per penetrare nella quiete dei loro cortili, ornati di rigogliosi bossi, di fiori variopinti sotto pergolati carichi di viti, di fontane di pietra di zampilli argentei e canori.
L’Italia, si sa, è terra di pellegrinaggi. Ma il patrimonio culturale di interesse religioso è anche elemento di grande attrattività turistica non più solo per pellegrini e turisti della fede ma per un più vasto pubblico interessato a conoscere la storia dei luoghi e a sperimentarne le diverse dimensioni spirituali, culturali ed estetiche. C’è chi li sceglie per devozione e chi invece per una vacanza alternativa all’insegna del silenzio e della natura. È possibile dormire seguendo, per chi lo desidera, gli stessi ritmi del luogo di preghiera, ascoltando i consigli di una guida spirituale o, più semplicemente, praticando uno stile di vita che invita alla riflessione, al silenzio, alle domande essenziali. E’ quanto offrono conventi e santuari d’Italia.
Nelle librerie c’è ora una guida aggiornata: “250 santuari e monasteri d’Italia” pubblicata da Edizioni San Paolo. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, la ‘michelin’ del turismo spirituale, curata da Stefano Di Pea, offre indirizzi e indicazioni di cento monasteri e centocinquanta santuari mariani “che sono da secoli riferimento per la cultura, l’arte e la preghiera nel territorio italiano”, spiega lo stesso autore. Per ogni sito ci sono un paio di pagine schematiche con la storia, le cose da vedere, il tipo di ospitalità offerta e i prodotti che si possono acquistare in convento. Per i motociclisti, per esempio, tappa d’obbligo è il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Costigliole, in Piemonte, protettrice dei ‘centauri’. Per i più golosi invece un indirizzo utile può essere il monastero Santo Spirito, ad Agrigento, dove le monache cistercensi preparano, con ricette dalla tradizione plurisecoloare, il cuscus di pistacchio o le paste di mandorla. Le clarisse di Rimini, al Monastero della Natività di Maria, hanno solo due stanze “per chi desidera vivere un tempo di raccoglimento per l’approfondimento spirituale o per il discernimento vocazionale”; vendono anche presepi artistici e corone del rosario. I Passionisti di Laurignano, in Calabria, mettono a disposizione degli ospiti, oltre a vitto e alloggio, una biblioteca con20mila volumi Un turismo dunque con un pubblico ben preciso: non si offre solo una vacanza, magari anche qualche prodotto tipico, ma soprattutto la possibilità di una esperienza spirituale. In quasi tutti i siti si può infatti condividere, per il tempo scelto, la vita dei religiosi.
Nelle schede pubblicate dalla guida vengono indicate anche le festività maggiormente celebrate nei vari luoghi. Come anche è specificato se il pellegrinaggio prevede sentieri a piedi o la concessione dell’indulgenza.
Secondo i dati più recenti del Wto sono oltre 300 milioni i “turisti religiosi” nel mondo, con un giro di affari stimato in oltre 18 miliardi di dollari. In Italia (dati Isnart) il turismo religioso genera oltre 5,6 milioni di presenze annue, di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano.