Nei giorni scorsi sono stati premiati i due vincitori della XV edizione del premio nazionale di “Parco più bello d’Italia 2017”. Sono Villa Durazzo Pallavicini, a Genova Pegli, che ha vinto nella categoria parchi pubblici, mentre, nella categoria parchi privati, il premio è stato assegnato a Villa La Foce in Val D’Orcia. Questi due gioielli naturalistici, hanno sbaragliato la concorrenza di 1000 candidati di tutto rispetto.
Villa Durazzo Pallavicini è considerato uno dei parchi romantici più originali del mondo. Voluto dal marchese Ignazio Pallavicini, fu ideato e realizzato tra il 1840 e il 1846 dallo scenografo Michele Canzio. L’opera, considerata tra le più alte espressioni di giardino romantico ottocentesco è ricca di sentieri contornati da architetture neoclassiche o di stile neo-gotico, palme, piante esotiche, lecci e allori. L’itinerario della visita prevede passaggi tra varie scenografie legate una all’altra: il Viale Classico, la Coffee House, l’Arco di Trionfo, la Casa dell’Eremita, le Grotte, il Lago Grande con la Pagoda Cinese, il Tempio di Diana, il Ponte Romano, i Giardini di Flora, il Gazebo delle Rose. Tra gli esemplari di grande pregio la monumentale canfora affiancata al cedro del Libano a margine del lago, le palme esotiche, l’araucaria e il sughero secolari, la rosa banksia e il lauroceraso. Spicca la collezione di camelie ultracentenarie.
Villa La Foce e il suo straordinario giardino sono invece fortemente legati a Iris Cutting che, con il marito marchese Antonio Origo, decise di trasferirsi qui dopo il matrimonio negli anni Venti del secolo scorso; l’architetto paesaggista inglese Cecil Pinsent venne incaricato dei lavori, che continuarono fino al 1939, per i quali si ispirò ai giardini formali della tradizione classica italiana.
La casa è circondata da un giardino formale diviso in “stanze” da siepi di bosso, con piante di limoni in vasi di terracotta. Scale di travertino portano al roseto e a un pergolato ricoperto di glicine e delimitato da siepi di lavanda. Pendii terrazzati salgono dolcemente su per il colle, dove ciliegi, pini e cipressi crescono tra la ginestra selvatica, il timo e il rosmarino, e un lungo viale di cipressi porta ad una statua di pietra del XVII secolo. Un sentiero attraversa il bosco e collega il giardino con il cimitero di famiglia, considerato una delle migliori creazioni di Pinsent.