Potremmo parlare molto del giro d’Italia, potremmo raccontarvi delle squadre che vi partecipano o potremmo raccontarvi delle possibilità che i vari corridori avranno di vincere la maglia rosa. Poi potremmo, perché no, disquisire su ogni singola tappa, sulle tappe di montagna o sulle sfide per velocisti. Ma questo non renderebbe onore ad uno sport che non è solo una passerella di belle maglie e di grande talento ma una metafora della vita.
Emile Zola sosteneva: “Se avessi una figlia la metterei in sella perché impari ad affrontare la vita”. Con Zola, la bicicletta diviene metafora delle difficoltà che saprà superare solo chi sa salire, perché da una salita non ci si può nascondere. La devi affrontare, devi amare lo sforzo e farlo diventare parte di te. Nella sua visione, la tenacia che trasmette il sapere che l’arrivo non è sempre dietro l’angolo, è una delle migliori lezioni di vita.
Perché, come sosteneva nella sua opera teatrale Gaetano Tramontana “esistono tre tipi di uomini, come per i corridori in bici: ci sono gli scalatori, quelli per cui la vita si caratterizza come una lotta prima con sé stessi e la montagna che l’io rappresenta, quelli che vogliono bruciare subito tutte le tappe e i passisti capaci di mantenere un passo costante per molto tempo, con una forte resistenza”. Si potrà essere campione o gregario, ed arriverà un punto in cui si dovrà decidere se fermarsi o resistere, e pedalata dopo pedalata, continuare.
Lo sapeva anche Dino Buzzati che, parlando di Coppi, scrisse: “ Coppi scavalca montagne su montagne, niente altro che col battito del cuore”. O Ivan Illich che, parlando della bicicletta, ci suggerisce “Essa permette alla gente di creare un nuovo rapporto tra il proprio spazio e il proprio tempo, tra il proprio territorio e le pulsazioni del proprio essere, senza distruggere l’equilibrio ereditario”. Anche Einstein non si sottrasse a questa metafora della vita e in una lettera al figlio Eduard scrisse: “Das Leben ist wie ein Fahrrad. Man muß sich vorwärts bewegen, um das Gleichgewicht nicht zu verlieren” (La vita è come una bicicletta. Si deve avanzare, per non perdere l’equilibrio). Un giorno, parlando della teoria della relatività speciale, confidò: “Mi è venuta in mente mentre andavo in bici”.
Quindi, vedendo i corridori che in questi giorni affolleranno le nostre strade, passando dai più piccoli paesini, fino alle grandi città, non ci facciamo spaventare dalla salita, dalla fatica e dal sudore, perché ci condurranno ad essere quello che siamo.