La mostra monografica intitolata “Tra il grano e il cielo” si compone di 129 opere dell’artista olandese, di cui 86 disegni e 43 dipinti, esposte nella Basilica Palladiana per raccontare la vicenda umana ed artistica di Van Gogh.
Una delle particolarità dell’esposizione vicentina è quella di mettere l’accento sul cuore di Vincent uomo e pittore dal talento straordinario. Si proprio sull’anima, termine che ricorre di continuo nelle oltre 900 lettere da lui scritte tra il 1872 e il 1890.
Ed è un Van Gogh sensibile, generoso, altruista, preso e perso al tempo stesso in un eterno conflitto con se stesso quello che ci viene presentato. I suoi tratti escono inconfondibilmente dalle tele, dai fogli e tanto dicono.
Negli anni, nonostante si dedichi sempre più alla pittura, Vincent non abbandona il disegno di cui si serve non solo per preparare i dipinti, ma anche in maniera indipendente come espressione artistica piena, compiuta. I soggetti scelti sono diversi e variano spaziando dai ritratti dei lavoranti nei campi alle nature morte e ai paesaggi. Ogni segno tracciato denota la versatilità e lo spiccato spirito di osservazione dell’artista, attratto dalle figure e dagli oggetti più semplici che vede attorno a sé.
Questa attività rappresenta una sorta di pausa, di quiete rispetto alla soffocante spirale di depressione in cui il pittore è immerso.
Il disegno, con i suoi tratti talvolta leggeri altre volte decisi, riannoda i legami con i genitori e soprattutto con la madre, che egli cura con dedizione nel lungo periodo di degenza seguito ad una caduta. Poi di nuovo uno strappo. Un rapporto conflittuale quello di Van Gogh con i genitori, che invece vede crescere e realizzarsi una piena sintonia con il fratello Theo.
Il primo periodo della sua pittura culmina nella tela “I mangiatori di patate”, dipinta nel 1885. L’anno successivo si trasferisce a Parigi e qui entra a contatto con l’impressionismo, ricavandone notevoli stimoli. Egli rinnova il suo stile acquisendo maggior sensibilità per i colori e per la stesura a tratteggio. Rimane due anni nella capitale francese per poi trasferirsi ad Arles, nel sud della Francia.
Con l’arrivo in Provenza il pittore olandese è animato da nuovo entusiasmo grazie all’atmosfera limpida e agli effetti gai dei colori. “L’acqua mette nel paesaggio grandi macchie di un bellissimo smeraldo e di un ricco turchino […]. Sotto i raggi del sole, di un pallido arancione, la terra sembra azzurra. Le donne hanno graziosi costumi e la domenica si vedono per la strada semplici e felici composizioni di colori – scrive Van Gogh in una lettera ad Emile Bernard”. E proprio in Provenza sembra avere inizio un periodo sereno per Vincent. Il fratello Theo gli invia regolarmente del denaro, con la consapevolezza di sostenere l’opera di un grande artista: 250 franchi al mese, ai quali spesso si aggiungono tele e colori. In questo periodo i temi prediletti sono i frutteti in fiore, che l’artista dipinge con incredibile rapidità quasi che il pennello sia in lotta con il vento scompaginando le idee e le ispirazioni che si susseguono .
In una lettera scritta al fratello si legge: “Voglio che tu capisca bene la mia concezione dell’arte. Bisogna lavorare a lungo e duramente per afferrarne l’essenza. Quello a cui miro è maledettamente difficile eppure non penso di mirare troppo in alto. Voglio fare dei disegni che vadano al cuore della gente. Sorrow non è che un inizio, forse anche quei piccoli paesaggi come il Laan van Meederuoort, campi a Rijswijk e Aia per seccare il pesce sono un piccolo inizio. In quelli per lo meno c’è qualcosa che mi viene direttamente dal cuore. Sia nella figura che nel paesaggio vorrei esprimere non una malinconia sentimentale, ma il dolore vero. In breve, voglio fare tali progressi che la gente possa dire delle mie opere: ‘Sente profondamente, sente con tenerezza’, malgrado la mia cosiddetta rozzezza e forse perfino a causa di essa. Sembra pretenzioso parlarne oggi in questo modo, ma è questo il motivo per cui voglio spingermi innanzi con tutte le mie forze. Cosa sono io agli occhi della gran parte della gente? Una nullità, un uomo eccentrico o sgradevole, qualcuno che non ha posizione sociale né potrà mai averne una; in breve, l’infimo degli infimi. Ebbene, anche se ciò fosse vero vorrei che le mie opere mostrassero sempre cosa c’è nel cuore di questo eccentrico, di questo nessuno”.
“Il campo di grano con corvi” è la sua ultima opera importante e qui i colori sono ineluttabilmente cupi e tenebrosi.
Tanto geniale quanto incompreso in vita, Van Gogh influenza profondamente l’arte del XX secolo. Dopo aver trascorso molti anni soffrendo di frequenti disturbi mentali muore all’età di 37 anni per una ferita di arma da fuoco auto-inflitta. A quell’epoca il suo genio non è compreso, la sua sensibilità lo espone a grandi sofferenze, i suoi lavori non vengono assolutamente apprezzati.
Oggi la fonte primaria per la comprensione di Van Gogh come uomo e come artista sono, senza dubbio, le lettere a Theo suo fratello minore, con il quale ebbe un rapporto strettissimo. Theo nel corso della sua vita diede sempre sostegno e vicinanza a Vincent. Oltre a questo patrimonio di scritti intercorsi tra loro vi sono, inoltre, missive inviate a Van Rappard, ad Emile Bernard e alla sorella Wil. Un dialogo ininterrotto che si dipana nel tempo nel bisogno e nel tentativo di lenire le ferite di una profonda, esacerbata sensibilità.
“Tra il grano e il cielo” è dunque una mostra al suo esordio che permette di entrare in stretta relazione con l’inedito e con le meravigliose opere dell’artista olandese. Una realizzazione visitabile per sei mesi, che ha già incassato oltre 115.000 prenotazioni, tanto che l’evento parte con molti fine settimana completamente esauriti per i gruppi in visita. Strettissime le misure di sicurezza, con telecamere poste internamente e all’esterno della meravigliosa Basilica Palladiana, nonché una capillare vigilanza sulle 24 ore, con una stima del valore assicurato che supera un miliardo di euro.
E’ stato il Sindaco della città Berica, Achille Variati, ad illustrare gli aspetti organizzativi relativi alla mostra e alle misure per l’occasione attuate, anch’esse straordinarie.