Il futuro che ci aspetta sarà sicuramente disseminato di tante novità tecnologiche che determineranno molti dei nostri cambiamenti, anche comportamentali.
Ma, chiaramente, nessuno è in grado di vedere il futuro per quello che effettivamente sarà.
Quello che possiamo fare è immaginare le varie strade che esso può intraprendere e immaginare le possibili condizioni che si verranno a creare.
Una di queste prevede che, nel prossimo futuro, avremo macchine in grado di gestire un punto vendita, di amministrare una casa, di condurre un mezzo e di sovraintendere alla nostra salute.
I sensori biomedici riusciranno ad avvisarci prima che l’evento accada e riusciranno a creare un’aspettativa di vita più lunga.
Ma una società sempre più complessa come quella in cui viviamo, ha bisogno dell’anticipazione per progettare al meglio le proprie politiche sul lungo periodo.
Qualsiasi ente statale sarà, quindi, soggetto ad una nuova programmazione che dovrà prevedere un forte cambiamento della struttura sociale a cui siamo oggi abituati.
I rapporti delle Nazioni Unite prevedono l’automatizzazione dei due terzi dei lavori oggi presenti.
Anticipare i cambiamenti e le sfide del futuro, renderà la nostra società più resiliente e in grado di adattarsi a trasformazioni che si succedono a un ritmo sempre più tumultuoso.
Questo imporrà una sfida nuova per il welfare moderno.
Dovremmo essere in grado di armonizzare il gap che si verrà a creare tra bisogni e servizi.
Non sarà semplice, bisognerà decontestualizzare la riflessione politica sull’oggi e preoccuparsi di trovare nuove forme di protezione, magari aumentando le risorse disponibili nel sistema di tutela sociale.
Ma per far ciò bisogna partire per tempo.
Sarà necessario, nell’immediato, aumentare il livello di consapevolezza, che permetterà di promuovere una transizione da un modello ad un altro.
Occorreranno delle politiche ambiziose, supportate da un quadro legislativo chiaro, in grado di dare i giusti segnali agli investitori.
Uno di questi segnali, oggi, potrebbe essere il rafforzamento delle istituzioni locali.
Infatti, per ricostruire una comunità occorre per prima cosa conoscerla.
Quindi sarà indispensabile, in questa fase, intensificare gli sforzi per passare dal macro al micro e per iniziare a recuperare tutte le energie della comunità stessa.