Il 14 febbraio alla Camera dei deputati si tiene un convegno dal titolo “L’eredità lasciataci dai padri. Eugenio Corti, un maestro per i nostri giorni”. La relazione introduttiva è affidata a Francois Livi, professore emerito di Lingua e letteratura italiana all’Università La Sorbona di Parigi. A seguire due reading teatrali a cura di Andrea Soffiantini, in apertura e chiusura della tavola rotonda moderata dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.
Nel corso dell’evento verrà ricordata la figura di Corti, uno dei protagonisti della cultura italiana contemporanea, autore del longseller, “Il cavallo rosso”, pubblicato nel 1983 e arrivato oggi alla 32esima edizione. L’opera è un’epopea che si dispiega per 1280 pagine e alla cui stesura l’autore dedica undici anni di vita, raccontando le vicende di una compagnia di amici che, partiti da un piccolo comune della Brianza, si trovano a vivere uno dei maggiori eventi della storia contemporanea. Un romanzo che dipinge un affresco non solo delle vicende storiche tra gli inizi della Seconda guerra mondiale e gli anni ’70, ma anche delle idee che hanno attraversato il Novecento.
L’opera di Corti spazia tra diversi ambiti: dal diario di guerra al testo teatrale; dall’innovativo racconto per immagini al saggio, offrendo il profilo di un autore completo che riesce a toccare con competenza e profondità diversi registri narrativi. Di pagina in pagina l’autore tratteggia il quadro di un’epoca (dagli anni ‘40 agli anni ‘70 dello scorso secolo) intrecciando in una trama fitta di avvenimenti, vicende romanzesche e personaggi reali; episodi presi dalla quotidianità ed eventi storici ambientati in Italia e in Russia.
“Il cavallo rosso” racconta dunque le vicende che portano alla Seconda guerra mondiale e precede altre due opere che completano un ciclo letterario: “Il cavallo livido”, dove viene narrata la seconda parte dell’evento bellico (1943-1945) insieme a tutte le sue tragiche conseguenze e “L’albero della vita”, che è invece la terza opera riguardante le vicende sulla ripresa quotidiana dopo il conflitto.
Gli avvenimenti che si dipanano partono dalla storia dei personaggi e delle loro famiglie che hanno sullo sfondo il quadro di una società che rapidamente cambia. Tanti gli avvenimenti di quegli anni, tra la contestazione del 1968, le battaglie per nuovi diritti, ma anche droga e terrorismo.
I personaggi principali del libro “Il cavallo rosso” appartengono ad una famiglia di piccoli imprenditori che vivono in un centro della Brianza. Le vicende personali vengono poi ad intrecciarsi a quelle di personalità note come quella di don Carlo Gnocchi, di padre Agostino Gemelli, di Palmiro Togliatti.
“Il cavallo rosso” è stato scritto a mano, a matita, dall’autore che spesso cancellava i passaggi sui quali era solito tornare dopo aver trascorso ore a pensare e a ricordare nel suo giardino. Questo è quello che racconta sua moglie Vanda, dopo una vita passata insieme l’uno accanto all’altra per ben oltre mezzo secolo.
Eugenio Corti nel 2000 riceve, a Bassano del Grappa, il prestigioso Premio internazionale per la cultura cattolica. Dopo il successo de “Il cavallo rosso” l’autore continua a produrre opere letterarie che lui stesso definisce “racconti per immagini”. Nel 2007 riceve dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro. Nel 2008 pubblica “Il Medioevo e altri racconti”. Nel 2009 la Provincia di Milano gli conferisce il Premio Isimbardi e, pochi mesi dopo, la Regione Lombardia gli tributa il Premio Lombardia per il lavoro.
Corti è stato un uomo che con la sua matita ha disegnato un’epoca. Le sue opere letterarie sono veri affreschi, non solo delle vicende storiche tra gli inizi della Seconda guerra mondiale e gli anni ’70, ma anche delle idee che ci hanno accompagnato oltre la soglia del nuovo secolo.