Se oggi dovessimo parlare della frazione di Mandrio, comune di Correggio, forse ci verrebbero in mente i natali di Ligabue.
Ma questa città, che conta 204 famiglie residenti, per un numero complessivo di 584 componenti, è famosa anche per altro.
Il 16 ottobre del 1885, qui, nacque Dorando Pietri, da una famiglia di contadini. Amante del ciclismo, il ragazzo, trasferitosi a Carpi per esigenze familiari, lavorava come garzone in una pasticceria.
Nel settembre del 1904 il più famoso podista italiano dell’epoca, Pericle Pagliani, partecipò ad una gara proprio a Carpi. Si racconta che Pietri inseguì, col grembiule da garzone della pasticceria sul petto, il maratoneta professionista negli ultimi chilometri della gara podistica. Quel fatto del 1904 rappresentò la chiave di volta, il piccolo Dorando (159 cm di altezza) diventa podista.
Il successo fu immediato. L’anno successivo vinse la 30 km di Parigi, con un distacco di 6 minuti. Il 2 aprile 1906 Pietri vinse la maratona di qualificazione per i Giochi olimpici intermedi, che si sarebbero svolti in estate ad Atene, con il tempo di 2 ore e 48 minuti. Purtroppo nella gara di Atene fu costretto a ritirarsi al 24º chilometro per problemi intestinali, quando era al comando con 5 minuti di vantaggio sugli inseguitori.
Nel 1907 riportò numerose vittorie, tra le quali i titoli dei 5000 metri ai Campionati italiani (con il primato nazionale di 16’27″2) e dei 20 km. Fu però Londra 1908 a consacralo nella sconfitta. Il maratoneta arrivò stremato al traguardo dei giochi olimpici di Londra. Gli ultimi 500 metri, vennero percorsi in ben dieci minuti.
Lo stadio di White City lo sostenne, indicandogli la giusta direzione, dopo che si fu rialzato dopo l’ennesimo sbandamento.
Nessuno lo toccò, perlomeno sino a quando lo statunitense Johnny Hayes, acerrimo nemico dei britannici, che incolpavano la delegazione statunitense di non aver sventolato il proprio vessillo sotto il palco reale, non si avvicinò pericolosamente: allora un medico e persino un giudice sollevano Pietri e di peso gli fecero tagliare il traguardo. Tagliò il filo di lana e svenne.
Immediatamente gli fecero la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco. La gente rimase col fiato sospeso. La regina Alessandra, moglie di Edoardo VII, fu suggestionata talmente da quelle immagini che svenne anche lei. Il giorno dopo Dorando fu squalificato. A vincere fu Hayes.
In poche ore però, tra la commozione generale, Pietri divenne l’uomo più famoso del suo tempo. Arthor Conan Doyle, scrisse: “La grande impresa dell’italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici”.
Pietri si recò in America per la rivincita contro Hayes. La sfida si svolse il 25 novembre 1908, sull’anello del Madison Square Garden di New York. Al termine dei 263 giri, Pietri ebbe la meglio, vincendo in 2 ore 44’ 20” e staccando il rivale di quasi 45 secondi.
La sua carriera si concluse il 15 ottobre del 1912 a Göteborg con un’ultima vittoria sui 20 chilometri.