Il romanzo storico è un’opera narrativa ambientata in un’epoca passata, della quale ricostruisce le atmosfere, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale, così da farli rivivere al lettore. Questo genere letterario riscosse notevole fortuna nei primi decenni dell’ottocento, raggiungendo il culmine con i Promessi Sposi, in cui la poetica Manzoniana del vero considera la storia come principale fonte di ispirazione. In questo testo fondamentale della cultura Italiana il lettore è chiamato a divenire consapevole di come sia il mondo, di quale sia la natura delle relazioni umane, di quale sia il significato dell’esistenza e della storia stessa.
Ebbene, la “Topografia medico igienico statistica” redatta dal dottor Giuseppe Gnocchi, medico condotto di Romentino dal 1876 al 1883, può essere assimilato a tale genere letterario per la sua qualità stilistica e il suo immenso valore storico/scientifico. Questo trattato scientifico nascosto nell’archivio di Romentino, un piccolo centro del Novarese, si rivela assai prezioso: nelle sue pagine si disvela uno spaccato di Pianura Padana che non c’è più. Le malattie della miseria, la vita povera nelle campagne, la nascita delle prime cooperative, la storia di un paese ricostruita dagli appunti di un medico condotto del 1876.
La relazione del Dottor Gnocchi è forse la descrizione disponibile più ampia e dettagliata di questo paesino e dei suoi abitanti, relativamente ai primi decenni del neonato Regno d’Italia. Ci rivela come lavoravano, pensavano, si divertivano e si preoccupavano, insomma come vivevano i suoi abitanti. La sua lettura può incuriosire, stupire, a volte divertire; nei meno giovani può anche suscitare ricordi di un’infanzia legata ad un mondo contadino ormai perduto. Certamente offre a tutti la possibilità di riflettere su come siano cambiati i tempi e su come gli attuali paesaggi urbano e agrario (o meglio, ciò che ancora resta del paesaggio agrario) fossero in buona parte già presenti un secolo e mezzo fa.
Le informazioni contenute nell’unico volume conservato nella biblioteca Negroni di Novara sono straordinarie: al censimento del 1861 i residenti in Romentino erano 2.301; nel 1871 erano 2.502 e nel 1881 erano 2.874, ripartiti in 529 famiglie.
Si tratta del terzo censimento generale della popolazione residente a Romentino alla mezzanotte del 31 dicembre 1881 (i due precedenti nel 1861 e ’71). La popolazione residente con dimora abituale (agglomerata e sparsa) era di 2769 persone; 45 abitanti avevano una dimora occasionale. Totale generale: 2814 abitanti censiti.
Tra la popolazione del territorio italiano dopo l’unità era assente una lingua unitaria (il 98% parlava solo il proprio dialetto), circa la metà era senza lavoro, l’aspettativa di vita era di 33 anni e le malattie più diffuse erano malaria, pellagra e tubercolosi.
Nel gennaio 1861 si svolsero le prime elezioni per il Parlamento del Regno d’Italia. A votare fu l’1,8% della popolazione italiana: non esistendo ancora il suffragio universale il voto era riservato a coloro che disponevano di un determinato reddito e di un elevato grado di istruzione; le donne erano escluse.
Dal 1861 al 1876 a governare fu la cosiddetta Destra Storica, i cui esponenti erano soprattutto grandi proprietari terrieri, industriali e membri delle alte gerarchie militari. Per superare la difformità legislativa diffusa nei diversi stati presenti nella penisola prima dell’unificazione, diedero vita ad uno Stato accentrato, con 59 province rette da un prefetto di nomina regia, come pure di nomina regia erano i sindaci designati tra i consiglieri eletti nei comuni.
A Romentino, dal 1848 al 1871, a ricoprire l’incarico di sindaco (primo sindaco albertino) fu Gaspare Martelli, agricoltore, della famiglia dei ‘faturet’, in quanto fattori dei Conti Caccia; dal 1872 al 1876 fu Giacomo Caccia e dal 1876 al marzo 1884, Ulisse Marietti, notaio. Il maestro Gaudenzio Caccia ricoprì la carica di sindaco dal 1884 sino al 1895 e dal ’96 al 1900 il dott. Leopoldo Chiodini.
“Il medico – racconta Gilberto Stevenazzi, docente di lettere in pensione e appassionato di storia locale, al quotidiano ‘La Stampa’ – portò a termine l’indagine commissionata a livello nazionale dal collega Agostino Bertani, la cosiddetta “Inchiesta Jacini” sui lavoratori agrari. Ma non si limitò a compilare i questionari. Li elaborò in proprio e ne ricavò un volumetto che descrive la realtà del nostro comune”.
Nessuno ne aveva avuto più notizia , ma Stevenazzi, insieme all’ex dirigente scolastico Franco Groppetti, ha recuperato il testo della ‘Topografia medico igienico statistica del Comune di Romentino’ pubblicata da Gnocchi nel 1881, unico esemplare conservato nella biblioteca Negroni di Novara.
“Per me è come aver fatto un salto indietro nel tempo – spiegano il sindaco di Romentino, Alessio Biondo e l’assessore alla cultura Paola Occhetta – questo libriccino racconta com’era la nostra realtà locale prima dello sviluppo industriale: agricoltura di sussistenza, abitazioni fatiscenti e poverissime, mortalità alle stelle”.
Un mondo certamente diverso dal nostro.