Nato come fortezza medievale difensiva e trasformatosi in feudo, il suo castello (di proprietà della famiglia Mondonio, dalla quale prese il nome) fu presumibilmente la prima struttura edificata intorno alla quale sorse successivamente il borgo. Di questa costruzione sono rimasti pochi resti, tra cui parte dei vecchi sotterranei ed una torre dismessa. Il nome originario era “Castrum Novum”, e sin dal tardo medioevo la sua giurisdizione fu appannaggio della dinastia dei Savoia, che in epoca moderna vi fece erigere una serie di splendidi palazzi signorili di gran pregio. Attualmente è ancora visibile la cinta muraria relativa al nucleo originario del comune, che come allora, continua ad essere suddiviso in piccoli rioni collegati mediante vicoli circostanti al centro storico. Nell’architettura di Castelnuovo Don Bosco si intrecciano strutture di diversa epoca storica che richiamano vari stili : dal romanico seicentesco al barocco diffusosi all’alba del XVIII Secolo. Tale aspetto riguarda soprattutto alcune chiese, come quella di San Bartolomeo, ed edifici post – medievali come il palazzo dei Rivalba.
Il borgo visse materialmente i più rilevanti eventi storico – politici dell’era premoderna: tra questi, le dispute tra guelfi e ghibellini, le ribellioni dei feudatari all’autorità imperiale e le guerre tra i comuni per la spartizione del territorio. Nel periodo contemporaneo anche la zona del piemontese di Castelnuovo Don Bosco divenne uno degli epicentri delle guerre d’indipendenza condotte dal regno sabaudo contro l’impero asburgico.
Denominato Castelnuovo d’Asti, dal 1930 il nome del comune venne cambiato in memoria di Don Giovanni Bosco, che vi nacque il 16 agosto 1815, vi fu battezzato, e che, a suggello delle sue opere e delle sue attività, fu canonizzato da Papa Pio XI nel 1934. Oggi Castelnuovo Don Bosco è ricco di testimonianze relative alle missioni salesiane, tra le quali spicca il grande santuario dedicato proprio a Don Bosco, che è costituito da due chiese : una inferiore e l’altra superiore, edificate tra gli anni Cinquanta e Sessanta sopra le fondamenta di strutture precedenti. Attualmente ha una popolazione di circa 3.000 abitanti e come nel passato, continua ad essere una delle zone più rinomate del Monferrato per la qualità dei suoi vitigni e per la ricca produzione enogastronomica, nella quale si distinguono funghi, tartufi e vini rossi.