Giuseppe Arcimboldi detto l’Arcimboldo (Milano 1526-1593), autore delle celeberrime ‘teste composte’ da fiori, frutta e animali, che ne fanno uno dei protagonisti più bizzarri della cultura cinquecentesca, è per la prima volta in mostra a Roma, dal 20 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018, alla Galleria nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini.
Arcimboldo, formatosi nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci, fu un artista eclettico che oltre alla pittura spaziò dalla poesia alla filosofia, incarnando a pieno lo spirito dell’uomo rinascimentale. La sua produzione fu piuttosto scarna e la mostra riunisce i capolavori più noti dell’artista, circa 20 opere autografe.
Formatosi alla bottega del padre, , Arcimboldo è infatti stato il molto apprezzato esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca. Grazie alle sue ‘bizzarrie’ e alle ‘pitture ridicole’, le ‘teste composte’ in particolare, in cui riusciva ad armonizzare il gusto della caricatura con la passione per l’osservazione della natura, Arcimboldo è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, conteso dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, dove si guadagnò persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di Conte Palatino.
Dopo la grande fortuna di cui godette presso i suoi contemporanei, visse alcuni secoli di trascuratezza e venne riscoperto solamente negli anni ’30 del Novecento dal gruppo dei surrealisti.
Arcimboldo non trascura il senso della risata, della parodia, quasi fosse consapevole di dare vita a creazioni multiformi, piene di simboli, codici e paradossi, scrigni cioè di un gusto per il mistero.
Un esempio molto divertente sono le cosiddette teste ribaltabili (L’ortolano e Il cuoco) ovvero ritratti floreali capovolti, la cui immagine è ricomponibile soltanto riflessa in uno specchio.
L’esposizione è stata realizzata in collaborazione tra le Gallerie Nazionali di Arte Antica e Mondo Mostre Skira, l’importante rassegna è stata curata da Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose del pittore milanese, che ha messo a punto una straordinaria selezione di opere, sia di Arcimboldo, sia di artisti suoi contemporanei lombardi e di imitatori, che dimostrano la sua influenza sulla produzione figurativa di allora.
”Sono immagini giocose e strane – spiega la direttrice delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma Flaminia Gennari Santori – dove però niente è lasciato al caso”. Quelle raffigurazioni così inusuali rappresentavano infatti ”un gioco retorico serissimo, una sorta di ingaggio con l’intelletto del visitatore”.