Più vivo che mai. Nonostante siano passati decenni dalla sua morte, correva l’anno 1987, Andy Warhol è, oggi, più vivo che mai. La sua arte, il suo modo di creare in serigrafia è un qualcosa che viene celebrato in tutto il mondo, continuamente. L’arte di Warhol, l’arte della Pop art, non muore mai. Non vi è, in effetti, una tendenza che generi una diminuzione di questo fenomeno artistico, che è anche collettivo per come, nel tempo, si è andato a ramificare nella società.
In Italia, come nel resto del mondo, si susseguono le retrospettive che raccontano il mondo della pop art e particolarmente il mito di Andy Warhol da Pitsburgh. Non si finisce mai di avere voglia di cogliere un qualcosa di quel dorato mondo, visto dai più come un’epopea. Un periodo di grande trasformazione, di assoluto mutamento del modo di vedere e di vivere il mondo. Nello nostro stivale è arrivata l’ora di spostarsi a vedere la mostra “Andy Warhol. L’arte di essere famosi”, che è stata allestita a Palermo, presso Palazzo Sant’Elia, fino al 7 gennaio p.v. Una retrospettiva che raccoglie circa 180 soggetti che provengono, principalmente, dalla Rosini Gutman Collection che è in possesso, quasi per intero, dell’intero percorso creativo dell’artista neworkese. Fin dagli esordi in quel di Pitsburgh, presso il Carnegie Institute of Technology, che gli permise, dopo la laurea, di spiccare il volo nella grande mela, che diventò la propria città, la musa da cui trarre amore e ispirazione nella sua arte. Un percorso artistico che spaziò a 360 gradi portandolo ad essere il mito, oggi raccontato all’unisono dai giovani di ieri e di oggi.
Fino alla 7 prima settimana del nuovo anno sarà possibile visionare alcuni dei lavori più famosi di Warhol, come la “classica” Marilyn Monroe e la regina Liz Taylor, come Mao e Mick Jagger, o ancora come le bottiglie della Coca Cola e quelle della zuppa Campbells; insomma, come dicevamo in principio, il meglio del catalogo dell’artista di origine slovacca. Inoltre sarà possibile vedere il libro di ricette scritto a quattro mani assieme all’adorata mamma Julia. O ancora i tanti decantati Dollar Bills e gli Space Fruits che sono presenti solo nella Rosini Gutman Collection. Un’occasione unica di vedere cose decisamente più rare e per ammirare, come fosse la prima volta, l’arte mutevole del mito della Pop art. E proprio perché Warhol è icona pop, quasi immaginifica, la mostra è anche l’occasione di vedere oggetti e documenti appartenuti all’artista che raccontano un vissuto personale che non è stato, come testimoniano le diverse biografie, tutto rose e fiori. La mostra rivelerà un’intimità che sarà apprezzata dal pubblico, in quanto fuori dai classici canoni evidenziati fin ad ora. La sua arte è, invece, indelebile per tante persone, fin dai suoi inizi e fino ai giorni nostri e, a questo punto, negli anni a divenire, perché il percorso artistico è talmente straordinario che rimarrà impresso nella storia dell’arte come momento di rottura, di cambiamento e soprattutto di superamento della concezione classica delle cose e del mondo. Un genio!