Chi non ricorda le interminabili file davanti alle antine chiuse in attesa del nostro turno per riuscire finalmente a scambiare un timido ‘ti amo’ con la fidanzatina? E il mitico gettone soppiantato dalla scheda prepagata per far durare più a lungo la conversazione? Oggi è tutto più facile: abbiamo nelle tasche avveniristici smartphone e guardiamo le vecchie cabine telefoniche con occhio di scherno, come vecchi e inutili prodotti di un altro secolo. Eppure il loro fascino è indiscutibile. Ormai emarginate nella loro solitudine in un angolo di strada, ci trasmettono un carico di romantica nostalgia che ci porta in un vecchio film in bianco e nero, in una piovosa canzone di Paolo Conte.
La gran parte delle vecchie cabine telefoniche sono state smantellate dalla compagnia che le gestisce, eppure c’è qualcuno che a queste strutture in disuso ha voluto dare una seconda vita e altre opportunità, scavalcando una nuova frontiera del comunicare.
Ora non ci sono scuse: ogni ora del giorno e della notte sarà buona per prendere in prestito un libro. È così che succede ad Iglesias, poco più di 27mila abitanti a cinquanta chilometri da Cagliari. La pratica del book-sharing, in voga da qualche anno per condividere i libri e permettere ad altri di leggerli e di provare emozioni, si intreccia in questo caso con l’immaginazione e la creatività per far nascere le ‘bibliocabine’, vere e proprie biblioteche telefoniche, improvvisate e libere, per diffondere e difendere la cultura. Si entra, si prende un libro che piace donato da qualcuno, lo si legge e poi lo si riporta, magari insieme ad un altro per incrementare il numero dei volumi a disposizione dei lettori.
L’iniziativa è già stata sperimentata con successo oltreoceano, sul territorio nazionale e adesso, su proposta dell’associazione Trevessu in collaborazione con il Comune di Iglesias e la Birroteca fermentazioni spontanee, arriva anche nella cittadina mineraria dove il progetto è già entrato nel vivo.
«Da oltre un mese la biblioteca comunale, che per l’occasione è diventata anche punto di raccolta, sta registrando i libri donati in attesa di allestire la cabina posizionata di fronte al mercato civico», spiega Andrea Porceddu, referente dell’associazione nata appena qualche mese fa per volontà di un gruppo di ragazzi con esperienze di studio e lavoro all’estero. Non nuovi a proposte di carattere sociale, i giovani soci di Trevessu hanno all’attivo anche la realizzazione del primo orto urbano della città.
Obiettivi del progetto sono la diffusione della cultura attraverso la lettura, la partecipazione dei cittadini attraverso la pratica dello scambio dei libri e il riciclo creativo di un arredo urbano in disuso. “La cittadinanza sta rispondendo bene al nostro appello e sono già tantissimi i libri raccolti: le bibliocabine, infatti, funzionano se i cittadini partecipano”, sottolinea. «Essendo un’iniziativa totalmente autogestita dalle persone, il progetto si rivelerà vincente se saprà catturare l’interesse della popolazione nel contribuire a creare, anche nelle nostre strade e città, uno o più punti di condivisione culturale alla portata di tutti».
La cabina telefonica sarà reinventata non solo nella destinazione d’uso, ma anche nell’estetica per renderla facilmente identificabile e perciò fruibile. L’associazione ha promosso un concorso riservato ad artisti sardi, con in palio un premio al vincitore di 300 euro, per la decorazione e l’abbellimento della cabina. «Il progetto – evidenzia Andrea Porceddu – vuol essere anche un mezzo di diffusione dell’arte locale per valorizzare i nostri talenti».
Il contest si rivolge a tutti gli artisti che abbiano compiuto 15 anni: pittori, artisti di strada, grafici, appassionati di arti visive, meglio se esperti nella realizzazione di pitture e decorazioni su strutture, muri o vetri. Si accettano le candidature fino al prossimo 15 aprile ed è possibile visualizzare il bando di concorso sul link.