Pistoia, Capitale italiana della cultura 2017 presenta il proprio programma, dove area centrale urbana, relazione con il territorio circostante, sostenibilità e gestione del sistema bibliotecario sono solo alcuni dei punti di forza.
Il sindaco della città toscana, Samuele Bertinelli, ne aveva presentato in ottobre la candidatura.
Un piano strategico che ha come obiettivo principale quello di creare un sistema circolare di informazioni, di programmazione e di valorizzazione dei territori.
Pistoia ha puntato su alcuni progetti culturali di alta qualità, accuratamente predisposti e gestiti in economia “commisurando la lunghezza del passo alla gamba – ha tenuto a precisare il primo cittadino-”. L’amministrazione comunale ha lavorato alle sue istituzioni culturali: dalle biblioteche ai musei. Gli investimenti più significativi, frutto di una scrupolosa ricognizione, sono concentrati sulla rigenerazione e sulla riqualificazione urbana.
Tra questi i 76.000 metri quadrati dell’antico Ospedale del Ceppo; le Mura urbane; i percorsi ciclopedonali immersi nel verde del centro storico; lo sviluppo di Palazzo Fabroni, museo dell’arte moderna e contemporanea, tutti destinati a garantire la valorizzazione dei beni culturali, la coesione sociale e servizi turistico-culturali davvero efficienti.
I tre criteri guida dei lavori che hanno portato alla designazione di Pistoia al premio sono: “Qualità della presentazione, contenuti e sostenibilità del progetto”. Dopo la vittoria annunciata il 25 gennaio dal ministro del Mibact, Dario Franceschini, negli uffici comunali è un gran fervore, il telefono suona in continuazione, ma con un po’ d’insistenza riusciamo a parlare con il primo cittadino che per il Giornale dei Comuni italiani non si sottrae a qualche domanda.
Pistoia dovrà coniugare la dimensione locale con quella nazionale ed internazionale. Un bel rilancio dal punto di vista turistico, ma anche una sfida impegnativa. Alla prova dei fatti si sente pronto? Lo è anche la città?
“L’amministrazione è pronta, la città è pronta – dice Bertinelli -. Pistoia è una città bellissima. E’ una città colta che non ostenta e che ritrova nelle sue antiche origini contadine quel carattere riservato e quasi ritroso che ancora le appartiene. Ci siamo candidati ad essere Capitale italiana della cultura nella convinzione che una comunità, per promuovere se stessa, non debba presentarsi diversa da come è, ma, proprio al contrario, valorizzare le proprie caratteristiche e le proprie eccellenze: i progetti presentati sono infatti il frutto di un lavoro intenso e spesso silenzioso che ha unito ed appassionato le principali istituzioni cittadine. Ogni progetto è stato rapportato alla capacità di rendere duraturi gli investimenti realizzati per l’occasione”.
Lei ha puntato molto sul dialogo con i cittadini. Per quanto riguarda la cura dei beni comuni Pistoia è una città che sta crescendo attraverso l’impegno di tutti?
“Questa è proprio l’ispirazione di fondo di tutto il progetto di governo – dice ancora il primo cittadino, ne è un esempio il progetto di recupero dell’ospedale del Ceppo, che nella sua parte monumentale accoglierà, tra le altre cose, il più importante polo museale della città e un Urban center di seconda generazione al quale stiamo lavorando ormai da due anni. Il Ceppo ha accolto fino a pochi anni fa un terzo delle funzioni pubbliche della città storica e sarà oggetto di una vera e propria opera di rigenerazione urbana. Dopo essere stato per ben sette secoli il luogo preposto alla cura degli ammalati, si trasformerà infatti in spazio per la promozione della salute per tutta la città.
Come vengono messe in relazione rigenerazione urbana, sostenibilità e conservazione?
“ Il Ceppo sarà anche un quartiere (lo stiamo già cominciando a fare) di stampo europeo, libero dalle auto, con uno dei più grandi parchi pubblici che una città della Toscana abbia mai conosciuto nel suo cuore medievale. In ultimo, abbiamo da sempre concepito la cultura come il primo dei diritti di cittadinanza e dunque a questo stesso riferimento si ispirano le politiche urbanistiche, quelle della mobilità, le politiche del verde urbano”.
Il premio conseguito è un riconoscimento al valore storico artistico della città, ma anche alla lungimiranza progettuale, alla valorizzazione peculiare del territorio che dialoga secondo una logica circolare. Un’occasione importante che stimola una programmazione integrata consentendo lo sviluppo culturale come paradigma di coesione sociale e progresso economico.
Buon lavoro alla città e alla sua amministrazione.