Il terremoto, nella cultura italica, è stato visto sempre come un evento catastrofico, quasi da rabbrividire. Fino ad oggi, infatti, tale fenomenologia era sentita come appartenente a luoghi lontani come, per esempio, il Giappone, con le sue perfette costruzioni antisismiche che ricorrono nel nostro immaginario, o agli Stati Uniti con il famoso big one, il terribile terremoto che la popolazione della west coast si aspetta arrivi da un momento all’altro e che viene puntualmente romanzato dall’industria cinematografica di Hollywood.
Il terremoto che ha colpito la terra del centro Italia, dapprima quest’estate e poi recentemente la settimana scorsa, ha di fatto destabilizzato, purtroppo per noi, le nostre anime. La paura è oramai dentro di noi, ci siamo improvvisamente accorti che anche noi siamo vulnerabili da eventi catastrofici come può essere, appunto, il terremoto.
Non vi è certezza alcuna, difatti, di vivere serenamente, eppure la storia sta lì a ricordarci che la nostra penisola ha convissuto nella propria vita tanti di quegli eventi devastanti derivanti dal movimento del magma terrestre. Il riferimento va al terremoto dell’Umbria, negli anni 90, e a quello dell’Irpinia negli anni 80 per ricordare i più vicini. O, ancora, a quelli distruttivi del Friuli negli anni 70 e di Messina ad inizio del 900.
Ecco, a fronte di queste paure è interessante andare al Museo di Storia Naturale di Milano dove è appena cominciata la mostra “Terremoti. Origini, storie e segreti dei movimenti della Terra” e che fino al 30 aprile del 2017 sarà possibile visitare. Un’occasione, questa, per conoscere la geologia del nostro paese e in generale conoscere il nostro pianeta. Per scoprire infine, volente o nolente, che siamo un paese ad altro rischio sismico.
Attraverso un percorso espositivo di sette sale sarà possibile conoscere la nemesi e l’evoluzione dei terremoti. Sarà possibile, inoltre, passare dall’anatomia del pianeta Terra ai movimenti dei continenti e della crosta terrestre; scoprire tutti i perché relativi alle faglie e agli tsunami. Si potrà vedere una tavola sismica, dei sismografi e le strumentazioni, antiche e moderne, che hanno accompagnato l’uomo in quello che è quanto di più ignoto possa esistere, ma anche le rocce e i minerali provenienti dalla ricca collezione museale.
Una sezione è dedicata al concetto di prevenzione e alla condotta da tenere durante una scossa (riassumibile nella formula “Drop, cover and hold on”, “Abbassati, riparati e reggiti”). Una parte della retrospettiva è dedicata, invece, alla conoscenza della figura del geofisico e come si è evoluta nel tempo. Anche dal punto di vista dell’ingegneristica sarà possibile conoscere come si costruiscono edifici con i criteri dell’antisismico.
Ovviamente vi è, anche, una sezione dedicata alla tecnologia con l’opportunità di cogliere come viene simulato un terremoto ed uno tsunami, vi sono le fotografie proveniente dai satelliti che ci permettono di vedere i cambiamenti della terra in tempo reale. Ed ancora le proiezioni di filmati sui terremoti. Insomma la spettacolarità è parte integrante di questa mostra che riesce a modularsi anche a fronte della presenza dei più piccoli.
Una retrospettiva a tutto tondo che merita di essere vista, perché comprendere la fenomenologia dei terremoti è cosa importantissima e parte integrante della nostra cultura, passata, presente e futura. L’unica occasione per esorcizzare la paura è apprendere perfettamente chi è il nostro “nemico”.