Una strana coincidenza ricorre quest’oggi, domenica 16 luglio, che interessa direttamente gli Stati Uniti d’America, ed, in modo particolare, la famiglia Kennedy. Si tratta del lancio, avvenuto il 16 luglio del 1969, della missione spaziale Apollo 11 che portò all’allunaggio quattro giorni dopo, precisamente il 20 luglio.
La missione fu fortemente voluta da J.F. Kennedy, che nel discorso al Congresso degli States, pronunciò le seguenti parole: “questo paese deve impegnarsi a realizzare l’obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra”. Ricorreva l’anno 1961 e quel proclama/desiderio venne esaudito, anche se John Fitzerald morì in seguito all’attentato di Dallas, nel 1963.
Nello stesso giorno, ma esattamente trenta anni più in la nel tempo, morì, a seguito di un incidente aereo al largo di Martha’s Vineyard, John Fitzgerald Kennedy Jr., il più piccolo dei figli del tanto amato Presidente degli Stati Uniti d’America. Ovvio che l’incipit porta direttamente a pensieri complottisti, a teorie che, da decenni, si vedono aleggiare attorno al cognome dei Kennedy. Noi non siamo per questo genere di analisi, anche se, indubbiamente, una tale coincidenza, nello stesso giorno e a trenta anni esatti di distanza, accende lo spirito d’investigazione giornalistica e conseguentemente porta ad assaporare situazioni di dimensioni lontane dalla realtà. Anche perché, se volessimo continuare su questo versante, nello stesso giorno, il 16 luglio del 1973, uscirono le registrazioni che l’allora Presidente, Richard Nixon, fece in segreto e, potenzialmente incriminanti, riguardante il caso Watergate. Insomma, le tesi complottiste qui avrebbero tanto di quel materiale per generare dossier e pubblicazioni sine die.
In realtà, con la spedizione Apollo 11, il 16 luglio del 1969, si raggiunse la massima espressione della politica Kennediana; e trent’anni dopo si spense definitivamente il sogno di portare, nuovamente, un Kennedy ai livelli più alti della politica americana e mondiale. Il giovane John era in rampa di lancio verso un futuro segnato dal proprio cognome, e quell’incidente, in prossimità dell’isola di Martha’s Vineyard, tolse la suggestione di un ritorno politico talmente scomodo come quello dei Kennedy. Dei Kennedy e della politica kennediana, però, ci rimangono le idee che ovviamente non moriranno mai. Gli scritti e i pensieri, anche quelli più nascosti, sono per coloro che vorranno conoscere una fenomenologia, che noi definiamo suggestione, che son lì a portata di tutti, se solo uno volesse assurgere al loro pensiero.
Noi vogliamo soffermarci su quella che è stata una pietra miliare nella conquista dello spazio, la missione Apollo 11, e quello che ha rappresentato, per l’umanità, l’atterraggio sulla Luna. Fu, senza ombra di dubbio, il primo grande evento su scala mondiale, ripreso dalle televisioni dell’intero pianeta. Tutti, nel mondo, rimasero incollati al tubo catodico a vedere come sarebbe andata a finire la conquista della Luna. Psicologicamente fu importantissimo perché diede la consapevolezza che tutto era possibile, che l’umanità era in grado di fare quel salto nel futuro che tutti fantasticavano. Era un periodo di grande esplorazione e di grandi tensioni politiche, e la missione di conquista della Luna era di particolare importanza per imprimere l’acceleratore sul futuro. John Fitzerald Kennedy capì tutto questo, ritenendo JFK importantissima l’esplorazione sulla luna, seppure abbia fatto cose decisamente più importanti di questa.
La conquista della luna era, non solo suggestione, ma soprattutto era propulsione per il futuro. Altrettanto si deve vedere immaginare per il figlio più piccolo dei Kennedy; era il futuro che avanzava, che purtroppo è venuto a mancare troppo presto. La stella dei Kennedy è finita, quindi, il 16 luglio, di un anno imprecisato, ma è collassata lasciandoci sogni e passioni per un mondo migliore. E per favore, che no vi siano tesi complottiste…