La crisi del welfare sembra incontrare resistenze e, addirittura, inversioni di tendenza in questa fase della vita nazionale, almeno a livello d’intenzioni. Ciò, forse a causa della crescente emarginazione e conseguente pauperizzazione di strati consistenti della società, fenomeni che stanno preoccupando anche le forze politiche. Fatto sta che si moltiplicano le proposte di intervento a favore di chi abbia perso il lavoro e/o versi in condizioni di estremo disagio. L’entrata in vigore del Rei è un primo segnale in tal senso. Un meccanismo che viaggia sulle gambe dell’Inps e dello Stato – sebbene le domande debbano comunque essere inoltrate presso il Comune di residenza. Ma a questo sistema centralizzato potrebbero affiancarsi altri strumenti simili, ma tarati localmente, come spiega Guido Castelli – Sindaco di Ascoli Piceno e presidente di Ifel. Il Red – Reddito di dignità – è uno di questi. Un’iniziativa di welfare territoriale, una forma di welfare di comunità, pagata con i soldi che il Comune mette a bilancio come spesa corrente. E Castelli ne rivendica il merito al proprio Comune: “Ascoli Piceno è all’avanguardia su questo versante –annuncia – Siamo la provincia leader per “Lavoro e Innovazione” (secondo le classifiche del Sole24Ore). Vogliamo essere primi anche per l’attenzione a chi il lavoro l’ha perso. Non solo per sussidiarlo, ma per favorire una nuova occasione d’inclusione con lavori “socialmente utili”. E prosegue il ragionamento: “L’Italia dei Comuni si conferma il network essenziale per rendere efficiente ogni azione di protezione sociale, rivolta all’inclusione dei più deboli e all’assistenza dei meno fortunati. Il Reddito di dignità è frutto di un’iniziativa a favore degli esclusi; meglio, a favore di chi si è ritrovato escluso in modo traumatico dal mercato del lavoro e dalle protezioni connesse. A differenza del Rei, il Red, reddito di dignità, prevede una “presa in carico” da parte del Comune che attiverà una serie di progetti che richiederanno un impegno di 18 ore settimanali per una durata massima di 18 mesi. Il contributo per gli aventi diritto sarà di 400 euro al mese. Sarà compilata una graduatoria il cui punteggio si costruisce con parametri originali: non serve solo l’Isee (peraltro doppio rispetto a quello richiesto dal Rei), ma si tratta comunque di un sostegno non cumulabile con altri ammortizzatori sociali. Resto convinto che il presidio offerto dai Comuni è essenziale per tutti i cittadini, ma soprattutto per quelli toccati e feriti dalla crisi economica di questi anni… Il Comune è l’istituzione più vicina ai cittadini. Ed è giusto che s’impegni per trovare soluzioni efficaci e semplici. Anche sulla strada del Welfare è il territorio a poter produrre e distribuire le soluzioni più eque ed efficaci”.