Le città sono soffocate dallo smog a tutte le latitudini. Le polveri sottili avvelenano l’aria e aggrediscono le vie respiratorie. Ci si mette anche il bel tempo a complicare le cose… E, se pure il bel tempo diventa un problema, allora siamo proprio nei guai. Che dire, poi, delle “bombe d’acqua”?
Governi e autorità locali tentano di arginare i fenomeni legati al mutamento climatico adottando misure anodine in quanto rapsodiche e scoordinate, ma i risultati sono scarsi. La stessa Cop21 di Parigi ha partorito un accordo blandamente positivo che, però, esperti e associazioni ambientaliste considerano insufficiente a contenere realmente nel medio/lungo periodo l’aumento della temperatura del globo entro i 2°. Dunque, la catastrofe prossima ventura sembra inevitabile, nonostante gli ottimisti preconizzino l’avvento di fonti energetiche pulite a emissioni zero che dovrebbero consentire la rigenerazione dell’ecosistema.
Un ulteriore fattore entropico, anzi antropico/entropico, è l’aumento inarrestabile della pressione demografica. Oggi, sul pianeta vivono 7,3 miliardi di individui, che saliranno entro un ventennio a 9 miliardi e via così. Ciò determinerà una crescita esponenziale dei consumi e dei rifiuti, giacchè gli umani sono creature con aspettative crescenti. “Macchine desideranti”, diceva Lacan. Nessuno riuscirà a imporre, neppure con la violenza, consumi sobri e di mera sussistenza alle moltitudini che calcano la scena del mondo in cerca di una vita migliore. Gli emarginati si chiederanno: “Perché devo accontentarmi di una brocca d’acqua di pozzo, di una ciotola di riso, di una capanna per dormire e un di fuocherello per scaldarmi, quando la minoranza opulenta dispone di dimore sontuose, telefonini a volontà, auto di lusso, cibo di qualità e può soddisfare ogni proprio capriccio senza limiti?”.
Nel frattempo, prima che si materializzi questo terrificante scenario alla Mad Max, stiamo già sperimentando i prodromi di quella che Federico Rampini, nella sua ultima e stimolante fatica (“L’Età del Caos”), chiama la sesta “Grande Estinzione”. Intere aree del pianeta sono flagellate, a ondate successive, da una piaga dalle due facce: Siccità/Alluvione. Una sorta di castigo di biblica memoria che non risparmia alcun territorio nei cinque continenti, sia esso progredito che arretrato. Lo stesso Eden per eccellenza, la California, il Golden State, laboratorio di tutte le innovazioni più rivoluzionarie della nostra epoca, ne è vittima. Chi lo direbbe che ogni anno migliaia di ettari di bosco vengono divorati dagli incendi e che le riserve idriche “sono ridotte al 3% della media di lungo termine?”. Per non parlare dei livelli record di inquinamento, nonostante le regole ferree in vigore, che rendono irrespirabile l’aria in tutta la Central Valley, sino a Los Angeles. Tant’è che sta dilagando una nuova malattia: la Valley Fever, una specie di asma micidiale trasmessa da un’infezione micotica che può uccidere. A mali estremi, estremi rimedi. Ecco perché il Governatore Jerry Brown ha rilasciato recentemente una dichiarazione schock: “Dobbiamo ridurre per legge i consumi di acqua, e con tagli drastici, meno 25% rispetto all’anno scorso”.
In prima linea ci sono soprattutto le amministrazioni locali. Un esempio per tutti che sta facendo scuola: Santa Cruz, punta settentrionale della baia di Monterey. Il Sindaco, Don Lane, ha varato una “strategia di sanzioni rieducative”. Cinquecento dollari di multa vengono comminati a chi non risparmia acqua. Dopo un anno di esperimento pilota, la municipalità ha raccolto 1,6 milioni di dollari di sanzioni per eccesso di consumi. Metà della somma, però, è stata commutata dallo stesso primo cittadino in training obbligatori per chi accetti di farsi addestrare al risparmio dell’acqua, secondo il principio “Se imparo, non pago”. Cosa ne avrebbe pensato John Steinbeck che in queste terre della meraviglia ha ambientato i suoi migliori romanzi?
C’è da chiedersi, non senza una punta d’angoscia: se la California, settima potenza mondiale, con 2200 miliardi di dollari di Pil all’anno e 39 milioni di abitanti, boccheggia e vacilla di fronte alla vendetta della Natura violentata, cosa accadrà alle altre nazioni meno dotate e sovrappopolate? Nel Caos che avanza una sola certezza si profila all’orizzonte: il mutamento climatico, la siccità, la desertificazione, le inondazioni, i tornado devastanti – facce complementari e speculari di una medesima tragedia – hanno ormai assunto un evidente carattere geostrategico. In effetti, se le guerre del ‘900 si sono incentrate prevalentemente sul controllo dell’Oro Nero, il petrolio, quelle del XXI secolo avranno come posta in gioco l’accaparramento dell’Oro Blu, ossia il controllo delle riserve idriche globali.
Buon Anno a tutti!