Trento prova a testare soluzioni di dialogo tra la pubblica amministrazione e cittadini, utilizzando piattaforme per la conversazione su tecnologie mobili, che utilizzano open data. Così oggi e domani cinquantatre giovani, con il supporto di tutor aziendali ed esperti, svilupperanno alcune possibili soluzioni per sei sfide proposte dalla Centrale unica di emergenza, dal Consorzio dei Comuni, dal Muse, dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari e da due strutture della Provincia: il Servizio Supporto alla Direzione Generale e Ict e l’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia. L’interesse sull’argomento è alto in diversi territori, come hanno testimoniato le molte presenze all’evento “Chatbot opportunità per le aziende e per la pubblica amministrazione”, organizzato il 30 gennaio scorso dalla Provincia, assieme a Trentino sviluppo, nell’ambito dell’Innovation Accademy.
Le sei sfide del 2 e 3 marzo ruotano attorno domande di questo tipo: i chatbot possono essere utili per raccordare gruppi di volontari coinvolti in attività di emergenze? Possono essere utili per informare in modo coordinato, più veloce e diretto, tramite il cellulare, i cittadini? I chatbot sono in grado di spiegare in modo semplice e corretto ad un giovane come fare domanda per una borsa di studio? Come si lavora con i chatbot attraverso open data sulle certificazioni energetiche degli edifici? Gli esempi di utilizzo possono essere moltissimi ed espressi in campi molto diversi tra loro. Programmi che fanno interagire, come in una conversazione, le persone con delle fonti di informazioni. I chatbot possono essere utilizzati in tutti campi: dalla sanità alla cultura, dalle banche alle assicurazioni, dai contesti lavorativi a quelli informativi o ludici.