E’ stata presentata a Roma una inchiesta su la trasmissione della cultura nell’era digitale.
La ricerca ha il fine di misurare l’evoluzione della cultura di massa e dei suoi fenomeni al di là delle enfatizzazioni e dei gridi d’allarme lanciati da più parti: l’intento è stato quello di arrivare a una “presa di realtà”, pervenire a un quadro conoscitivo effettivo e puntuale di cosa sta cambiando.
Per tirare un bilancio di sintesi, si possono enucleare cinque profili tipologici degli italiani acculturati di fronte alle forme del sapere nell’era digitale, cinque idealtipi ricavati dalla realizzazione di una cluster analysis::
1. il primo gruppo è formato dai tradizionalisti apocalittici (sono il 17,4% del totale), caratterizzati da un uso intenso dei media tradizionali (libri cartacei, enciclopedie e dizionari) e da una forte diffidenza nei confronti dei media digitali, percepiti come sostanzialmente estranei alle logiche culturali e portatori prevalentemente di effetti dannosi;
2. il secondo gruppo è quello degli opportunisti equilibrati (misurano il 20,3% del campione), che riconoscono un primato al lavoro editoriale e ai libri, con i quali instaurano un rapporto di stretta confidenza, ma al tempo stesso mostrano un positivo atteggiamento di apertura verso il
mondo digitale e verso le nuove tecnologie di produzione culturale,
puntando con abilità all’utilizzo integrato dei diversi mezzi in base alle specifiche esigenze e anche alle oggettive opportunità offerte dal web.
La disinvoltura con la quale ricorrono in modo alternato alla forma libro e all’ipertestualità della rete fa perno sulla buona capacità di decodifica delle fonti che dimostrano di possedere: sono i protagonisti di un articolato lavoro di arbitraggio individuale nell’uso dei diversi mezzi a disposizione operato in base ai propri interessi, alle esigenze da soddisfare, alle specificità intrinseche delle diverse tecnologie;
3. il terzo gruppo è composto dal corpaccione disorientato (è quello con il peso demografico maggiore, pari al 26,5%), cioè dalla porzione di
popolazione caratterizzata soprattutto da un certo spaesamento di fronte
ai profondi cambiamenti in atto, al punto tale da restare in mezzo al
guado tra vecchie e nuove tecnologie, ancora senza un convinto
orientamento;
4. gli evoluzionisti costituiscono il quarto gruppo (17,7%): sono gli
internauti acculturati che, pur consapevoli di alcune criticità della rete, ritengono che in prospettiva diventerà il luogo elettivo della conoscenza e della trasmissione del sapere, a discapito dei libri;
5. il quinto gruppo è quello dei residenti digitali (18,1%), pienamente
integrati nell’ambiente del web, che riconoscono come un ecosistema
oggi indispensabile per alimentare i percorsi personali di costruzione
della cultura e per la trasmissione delle conquiste intellettuali.
Per un approfondimento degli argomenti trattati è possibile consultare un rendiconto analitico nella sezione “Inchieste”