Quarantanove frazioni, alcune delle quali suddivise in più località. Questi i numeri del territorio comunale dell’Aquila, uno dei più vasti d’Italia. Una di queste è Aragno: un borgo immerso nella natura selvaggia dell’Abruzzo, a pochi chilometri dall’Aquila. Una frazione nascosta tra le montagne del Gran Sasso d’Italia, dove il tempo sembra essersi fermato.
Il luogo, oltretutto, ha affrontato stoicamente il sisma del 2009, mostrando una resilienza notevole grazie alla sua posizione su un terreno roccioso. Il borgo è caratterizzato da una storia densa, testimoniata dalle sue chiese come quella di Santa Maria Maddalena del XVIII secolo e Santa Maria della Vittoria, che risale addirittura al XII secolo. Nella “cedulataxationis normanna” di Guglielmo il Buono, il paese è indicato con il nome di Ragna. Più tardi è citato in una bolla del 1204 di papa Innocenzo III al vescovo di Forcona.
Passeggiando tra le stradine, si possono ammirare gli antichi edifici e i resti di una comunità che ha saputo resistere al tempo. Durante l’estate, il borgo prende vita con le feste patronali: la festa di Sant’Antonio da Padova e quella di Santa Barbara, con le loro sentite processioni e momenti di condivisione. E non dimentichiamo la “Sagra della pecora alla cottora”, un evento eno-gastronomico che celebra i sapori della tradizione locale. La natura circostante offre panorami mozzafiato e sentieri per escursionisti, mentre la vicinanza al Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga fa di Aragno un punto di partenza ideale per gli amanti del verde e della fauna appenninica.
Uno dei più importanti eventi di Aragno, ricco di contenuti storico-culturali, è la rievocazione della trebbiatura che, da qualche anno, torna nella vallata tra Aragno e Collebrincioni (L’Aquila), dove un considerevole programma riesce a farci compiere un autentico viaggio nel tempo e nella civiltà contadina di cinquant’anni fa.
Tra i sentieri vicini alla città dell’Aquila, percorribili durante tutto l’anno e non solo d’estate come le alte cime oltre i 2000 metri, è sempre più frequentato dagli appassionati di trekking il sentiero per il Monte d’Aragno.
L’itinerario non ha soltanto caratteristiche naturali e panoramiche, ma è un vero e proprio percorso storico, poiché attraverso di esso generazioni di pastori hanno raggiunto, dai propri paesi, i grandi appezzamenti terrieri alle pendici del Gran Sasso.
Tra antichi muretti a secco, in appena mezz’ora si giunge al primo punto panoramico: la Croce di Aragno in località Entrata, dalla quale si gode del panorama su tutta L’Aquila Est e sulla catena dei Monti Ocre e Cagno.
Seguendo il sentiero, a tratti scavato nella roccia, si continua ancora in direzione Ovest verso il valico detto L’Inforcatura (1,15 h). È questo il punto più caratteristico. Come è possibile notare dall’ampiezza del sentiero, dai muretti e dalle briglie che lo proteggono, questa era una vera arteria di comunicazione, una strada lavorata e mantenuta per secoli che collegava agli altopiani necessari alla pastorizia.