L’Istat ha presentato la 10° edizione del Rapporto BES 2022 – Benessere equo e sostenibile presso l’Aula Magna della sede di Roma. Il Rapporto offre un quadro dei fenomeni economici, sociali e ambientali del Paese e delle diverse dimensioni del benessere attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori. Nel corso dell’evento sono stati illustrati gli avanzamenti e le criticità del Benessere equo e sostenibile ponendo particolare attenzione al confronto con il periodo pre-pandemico e al contesto internazionale, riportiamo di seguito una panoramica dei dati riguardanti il settore Innovazione, ricerca e creatività.
Il capitolo 11 è incentrato su Innovazione, ricerca e creatività
Nel 2020 la percentuale di spesa per attività di Ricerca e Sviluppo sul Pil, si attesta all’1,51% del Pil (2,3% la media Ue27), con un aumento (1,46% nel 2019) dovuto alla flessione del Pil più marcata della contrazione della spesa in Ricerca e Sviluppo (R&S, -4,7%); quest’ultima è dipesa dalle imprese (-6,8%), che nel 2020 contribuiscono per il 61% alla spesa in R&S e i dati del 2021 indicano una ripresa della spesa in R&S delle imprese (+5,2% rispetto al 2020).
Nel triennio 2018-2020, il 50% delle imprese industriali e di servizi con 10 o più addetti ha svolto attività innovative; la quota è in calo rispetto al 2016-2018 (-5%) a causa della pandemia e il 55% delle imprese ha introdotto anche lo smart working, mentre il 37% delle imprese ha scelto modalità eco-sostenibili di innovazione dei processi di produzione. Nel 2022, la quota di lavoratori della conoscenza si attesta al 17,8%, con una flessione (-0,4 punti), negli ultimi anni l’indicatore ha accentuato la sua connotazione femminile e territoriale: i livelli più alti si raggiungono per le donne del Mezzogiorno (26%) e a livello nazionale marca un divario di genere del 9% a vantaggio delle donne, il 23% contro 14% per gli uomini.
L’occupazione culturale e creativa è del 3,5%, il risultato è di recupero per le donne che raddoppiano il vantaggio sugli uomini; il vantaggio del Nord rispetto al Sud resta di 1,2 punti percentuali, ma la dinamica dei settori e delle professioni culturali e creative è vivace in quest’ultima ripartizione +16% rispetto al 2021 e +4% rispetto al 2019 e questo in un contesto di crescita dell’occupazione piuttosto contenuta (+2,9% nel 2022; +1% dal 2019).
Nel 2021 si riduce la perdita di giovani laureati (25-39 anni) dovuta ai flussi migratori: il tasso delle migrazioni qualificate verso l’estero resta negativo (-2,7 per 1.000 la media Italia) con perdite maggiori al Nord-est (-3,1 per mille), al Sud e nelle Isole (-2,8; -3,2); il bilancio è positivo per il Centro e il Nord (+8,7 per mille; +3,4), dove le perdite verso l’estero sono compensate dai trasferimenti dal Mezzogiorno, area che nel 2021 registra una perdita di 20mila giovani laureati, 18mila migrati al Centro-Nord. Al contempo cresce l’uso di Internet tra le persone di 11 anni e più e raggiunge il 75% nel 2022 con 40 mln. di persone, ma restano forti le differenze territoriali, con un vantaggio di 8 punti del Nord sul Mezzogiorno (78%; 70%). Gli anziani, restano indietro, l’indicatore si attesta al 54% tra le persone di 65-74 anni e al 19% tra le persone di 75 e oltre; invariato il gap tra uomini e donne con +6 % a vantaggio degli uomini over 60.
Il 68% delle famiglie dispone di un pc e di una connessione Internet, +3% rispetto al 2019, i divari digitali sono accentuati per tipologia familiare e territorio: l’indicatore scende al 34% tra le famiglie di anziani, nel Mezzogiorno 1 famiglia su 3 resta esclusa (62%), e lo svantaggio rispetto al Nord è di -8,6%.
Il 13% delle imprese con 10 addetti ha venduto nel 2021 beni e servizi via web (-2% della media europea, pari al 15%); la crescita (+3,9 dal 2019) è più debole per le imprese con 10-249 addetti (PMI) in ritardo rispetto alla media Ue27 (13% e 15%); invece le grandi imprese (250+) nell’ultimo anno sorpassano le omologhe europee (26%; 21%); se il tasso di crescita delle vendite online è lento, altri indicatori evidenziano una spinta alla transizione digitale delle imprese con 10 addetti, infine gli indicatori sull’uso dei servizi di e-goverment mostrano un avvicinamento dell’Italia alla media Ue27 e, in alcuni casi, un sorpasso.
Fonte: ISTAT