L’agricoltura urbana, nelle sue diverse forme è un’opportunità per l’incremento di valori sociali, culturali e ambientali. Settimane verdi, orti, animali, attività rivolte ai giovanissimi: la fattoria urbana del Pilastro si rinnova nel segno dell’inclusione e della didattica, ed è pronta ad alzare il sipario sui risultati della riqualificazione, realizzata anche grazie ai fondi europei del Piano operativo Città metropolitane (Pon metro) che comincia dunque a dare i suoi primi frutti alla città di Bologna.
Dopo la condivisione dei laboratori di quartiere, condotti dall’ufficio Immaginazione civica, e la realizzazione del Piano dell’innovazione urbana voluto dal Comune di Bologna, i 20 milioni di euro di fondi europei del Pon Metro, suddivisi in quattro diversi ambiti tematici, si stanno trasformando in progetti, gare e cantieri. Quello della fattoria urbana del Pilastro è il primo a partire e fa riferimento all’asse 4 (infrastrutture per l’inclusione sociale) che comprende interventi su 11 edifici pubblici, pronti a rinascere e a cambiare il volto dei quartieri del capoluogo emiliano. L’investimento di 650.000 euro ha consentito di riqualificare un edificio nel complesso della fattoria urbana, che sarà adibito ad ospitare attività didattiche e laboratoriali su temi come l’educazione ambientale, alimentare e l’agricoltura sostenibile, oltre che attività culturali e interculturali per promuovere solidarietà e inclusione sociale.
Il contesto non a caso è il Pilastro, quartiere San Donato-San Vitale, area oggetto da anni di azioni di recupero sia a livello urbanistico che socioculturale. La fattoria urbana rinnovata sarà inaugurata il prossimo fine settimana con una due giorni di festa: il 9 marzo si terranno spettacoli, laboratori didattici, nonchè il grande falò di fine inverno. Domenica 10 marzo le iniziative proseguiranno con la scoperta degli orti urbani. Il contesto urbano spesso si rivela come una scuola di formazione per abitanti e istituzioni, suggerendo sperimentazioni di varie forme del vivere comune. In aree caratterizzate da diverse criticità come quartieri dormitorio, dismissione dei comparti industriali urbani più o meno estesi, processi di abbandono di edifici obsoleti e fatiscenti, i cittadini possono dare forma a quelle pratiche di creatività diffusa con il principale obiettivo di rafforzare coralità e impegno proteso al bene comune. La coltivazione agricola in ambito urbano riesce inoltre a rispondere a molteplici funzioni e diversi obiettivi. La presenza di coltivatori, orticoltori, giardinieri, in contesti urbanizzati può ad esempio rendere la città più sensibile alle questioni della sostenibilità ambientale e certamente più bella per la cura costante del territorio che i vari soggetti praticano. La città può anche sentirsi più sicura con la presenza di numerose persone che si prendono la responsabilità di accudire spazi che un tempo erano vuoti e alienanti. L’agricoltura urbana, nelle sue diverse forme va quindi interpretata come opportunità per l’incremento di valori sociali, culturali ed ambientali dei territori interessati.