Era il lontano 2010 quando, l’allora ministro dei Beni e delle attività culturali Sandro Bondi, si lamentava con il suo collega Giulio Tremonti, alla guida del dicastero all’economia, dei tagli alla cultura e delle contemporanee elargizioni ai ministri leghisti. Tremonti, allora, proprio riferendosi al ministro Sandro Bondi, pronunciò la fatidica frase: “Non è che la gente la cultura se la mangia”. Ebbene, sembra che la visuale dell’attuale governo sia un po’ cambiata dopo l’ennesimo riconoscimento conquistato dal patrimonio culturale italiano.
Altre quattro città italiane, infatti, sono diventate Città Creative Unesco. La Rete delle Città Creative Unesco è nata nel 2004 per la promozione di città che hanno fatto della loro creatività un elemento per lo sviluppo urbano sostenibile. Fino a questo momento le Città Creative in Italia erano Bologna per la musica, Fabriano per l’artigianato e le tradizioni popolari, Roma per il cinema, Parma per la gastronomia e Torino per il design. L’Unesco ha dato qualche giorno fa le nuove ‘patenti’ della creatività a 64 città di 44 diversi Paesi. Quattro le città italiane premiate, sottolinea la direttrice dell’Unesco Irina Bokova: Milano per la letteratura, Alba per la gastronomia, Pesaro per la musica e Carrara per l’artigianato.
Sono le 4 nuove città italiane riconosciute oggi come “creative” dall’Unesco assieme ad altre 60. Fra queste ci sono anche Brasilia e Istanbul per il design, Il Cairo per l’artigianato e due città americane, nonostante la decisione Usa di uscire dall’Unesco: Kansas City per la musica e San Antonio per la gastronomia. “Si tratta di un importante riconoscimento per l’Italia, dimostrazione del fatto che non solo il patrimonio culturale, ma anche la creatività rappresenta una cifra fondamentale della proiezione esterna del nostro Paese che si conferma una superpotenza della Cultura” spiega il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano. E il ministro sottolinea anche il fatto che il riconoscimento si aggiunge “al primato italiano nella lista del patrimonio mondiale, confermato dalle recenti iscrizioni approvate dall’Organizzazione parigina”.
“Ancora una prova della straordinaria capacità attrattiva della cultura italiana – dice il ministro Dario Franceschini – arriva dai prestigiosi riconoscimenti conferiti oggi dall’Unesco alle città di Alba, Carrara, Milano, e Pesaro. Sono orgoglioso di questi riconoscimenti che contribuiranno allo sviluppo culturale e turistico di queste città favorendone la sostenibilità e le politiche di sviluppo”.
“Questa nomina – dice Giuseppe Sala, sindaco di Milano prima città italiana a ricevere il riconoscimento per la letteratura – è un nuovo tassello che rende la città ancora più aperta al mondo e internazionale. E’ la riconferma del nostro ruolo di capitale dell’editoria, degli autori e dei lettori e premia la qualità della nostra offerta culturale”.
Patria del pregiatissimo tartufo bianco e del gruppo dolciario Ferrero, Alba, con la nomina di oggi riceve il secondo riconoscimento Unesco in tre anni, dopo quello per i Paesaggi Vitivinicoli patrimonio dell’Umanità. “Viene rafforzata ancora – commentano il sindaco Maurizio Marello – l’immagine del territorio. Ne siamo molto orgogliosi, considerate anche le ricadute positive sul comparto culturale e turistico”.
A Pesaro esulta il sindaco Matteo Ricci: “Un risultato storico, un volano straordinario per lo sviluppo culturale e turistico”.
Il network delle città creative è un programma Unesco nato nel 2004 per promuovere una sempre più stretta collaborazione tra le città che, attraverso le industrie creative e culturali, promuovono lo sviluppo sostenibile dei territori e delle comunità. Per l’Italia ne fanno già parte Bologna (per la musica), Fabriano (per l’artigianato e le arti popolari), Roma (per il cinema), Parma (per la gastronomia) e Torino (per il design). Nel 2019, Fabriano ospiterà il XIII incontro annuale delle Città Creative Unesco.