“La Carta di Roma, il documento con le conclusioni del summit in corso in Campidoglio su acqua e clima (verrà poi siglata, alla fine della tre giorni di lavori, il 25, da 47 bacini idrici mondiali) sarà uno dei punti fondamentali della discussione ‘climatica’ a Bonn alla Cop23, il vertice mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici”. Lo ha ricordato il Ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, a margine dei lavori, facendo presente che “gran parte dell’accordo di Parigi è infatti dedicato alla risorsa idrica, e quindi la gestione di fiumi e laghi a questo fine è determinante. Riuscire a mettere insieme tutti i grandi fiumi del mondo per una gestione unitaria della risorsa idrica – osserva Galletti – è una cosa straordinaria eccezionale mai fatta prima nella storia un grande passo in avanti. Nella Carta di Roma – ha concluso Galletti – vengono stabilite buone pratiche comuni per la gestione dei fiumi internazionali, e soprattutto punta a far capire alla comunità internazionale quanto oggi sia importate per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, gestire bene i fiumi e i laghi a livello globale. E bisogna farlo tutti insieme, nello stesso momento, con gli stessi strumenti. In Italia viviamo entrambi i lati della medaglia dei cambiamenti climatici: da un lato la siccità, dall’altro le alluvioni – ha proseguito il ragionamento il Ministro – Quello che accade in Italia si ripropone su scala crescente nei bacini dei grandi fiumi. Territori sempre più vasti, a causa dell’innalzamento delle temperature e della conseguente desertificazione, non riescono più ad offrire alle popolazioni la possibilità di sostentamento che nei Paesi più poveri viene dall’uso della terra e dalle risorse anche alimentari che la terra può offrire. La conseguenza, oltre a una grave perdita di biodiversità – ha sottolineato Galletti – sono le migrazioni sempre più massicce, soprattutto da alcune aree del continente africano che rischiano di diventare inadatte agli insediamenti umani. I grandi fiumi sono gli avamposti di questa battaglia in cui la disponibilità di acqua dolce per i consumi umani e per l’agricoltura è la posta in gioco in un Pianeta che dal 1950 a oggi ha triplicato i suoi abitanti e i suoi bisogni alimentari. Mercoledì 25 ottobre – ha annunciato Galletti – presenteremo l’alleanza delle imprese italiane che lavorano nel settore idrico, impegnate non solo a fare business, ma a inserire nella gestione dei propri piani industriali le buone pratiche e soprattutto a fare una politica comune, aiutando così anche il Ministero dell’ambiente, il Governo e gli enti locali”.