In materia di lotta alla corruzione, l’aspetto cruciale del problema è il superamento dell’equivoco concettuale per cui la segnalazione di situazioni potenzialmente pregiudizievoli per la PA da parte dei dipendenti venga intesa come delazione e non già come fattore positivo di crescita e di autocontrollo del sistema. Ha esordito con queste parole Franco Minucci – Amministratore delegato di Ancitel – nell’introdurre il seminario organizzato nell’ambito dell’Assemblea Anci di Vicenza sul tema “Whistleblowing: anticorruzione, legalità e trasparenza nella PA”. Tale affermazione ha innescato un intenso dibattito fra i relatori e i partecipanti all’iniziativa. Priscilla Robledo – della Comunità digitale Riparte il futuro – ha spiegato che, “grazie anche a casi come quello di Snowden, l’attenzione è molto aumentata negli ultimi anni sul tema. Bisogna, tuttavia, tener presente che nella lingua italiana non c’è un termine positivo o neutro che qualifichi il whistleblower, che non è una spia, bensì un soggetto che segnala un fatto di pubblico interesse. Da noi, inoltre, questa prassi si applica soltanto ai dipendenti pubblici”. Concludendo il suo intervento, la Robledo ha segnalato che, nella votazione sul ddl prevista al Senato in Aula per il 20 ottobre, nel testo è inserito un importante emendamento che sopprime la necessità della buona fede del segnalante, poiché il focus non è l’interesse soggettivo di chi denuncia, ma il fatto oggettivo evidenziato.
L’importanza del whistleblowing all’interno del più ampio dibattito in materia di anticorruzione è stata ribadita anche da Ida Angela Nicotra – componente del Consiglio Anac – che ha sottolineato la necessità di “cambiare la mentalità, perché il linguaggio è fondamentale”, sebbene le leggi, come quella sul whistleblowing, siano importanti. “La cattiva amministrazione, anche quella non penalmente rilevante, non va più tollerata – ha detto – Se tutti lavorano bene il sistema funziona e si riesce più efficacemente a combattere l’inquinamento della macchina amministrativa. Il segnalante – ha poi proseguito il ragionamento – deve perseguire l’interesse superiore della collettività. Si tratta di una manifestazione di etica pubblica che fa emergere chi tradisce il patto costituzionale di lealtà verso l’istituzione e i cittadini. In altre parole, il whistleblowing è una fondamentale declinazione del principio di trasparenza dell’azione amministrativa come il Freedom of information Act, per consentire ai cittadini di controllare sempre di più la macchina pubblica”. Venendo poi a tracciare sinteticamente lo stato dell’arte dell’istituto nella sua operatività, la Nicotra ha fornito alcuni dati significativi: nel 2015, i sono registrati 200 casi di wb; nel 2016, sono stati 250; nel primo semestre del 2017, hanno già toccato le 298 unità. “Un risultato apprezzabile – ha sottolineato infine – sebbene l’Anac abbia constatato che non tutte le Pa abbiano adottato piattaforme in grado di tutelare fino in fondo l’identità del segnalante e auspichi, di conseguenza, che provvedano al più presto in tal senso”.
A questo punto del dibattito, Minucci ha fissato un concetto fondamentale: “Il dipendente che segnala non deve essere un eroe”. “Per questo motivo, se all’interno delle amministrazioni – gli ha fato eco la Robledo – s’instaura un clima favorevole e positivo, si capisce subito la finalità preventiva dell’istituto. A tal fine – ha raccomandato – è importantissima la formazione dei dipendenti pubblici, proprio perché è impensabile che essi si comportino da eroi. Si deve, invece, pretendere che operino con consapevolezza e senso della tutela del bene comune”.
Giovanni Guerrieri – responsabile del progetto di Ancitel – ha illustrato i vari passaggi tecnologici che la normativa implica, anche tramite alcuni esempi pratici ricavati dalla piattaforma sviluppata da Ancitel per la corretta gestione del Whistleblowing. In particolare, ha evidenziato alcune indicazioni fornite dall’ANAC in merito ai destinatari della norma (oltre agli Enti pubblici, anche Società partecipate ed Ordini professionali), alla necessità che le Amministrazioni si dotino di un sistema composto di una parte organizzativa e di una parte tecnologica, tra loro interconnesse, nonchè sulle differenze tra il concetto di segnalazione anonima e tutela della riservatezza del segnalante. Successivamente ha focalizzato le caratteristiche funzionali che una piattaforma, per la gestione delle segnalazioni, debba avere per rispondere pienamente alla norma senza comportare rischi per gli utenti (Responsabile per la Prevezione della Corruzione, Gruppo di Supporto e segnalante).