Le api sono un esempio di società organizzata fondata sul lavoro e sul rispetto. La gerarchia dei compiti e delle funzioni è definita e funzionale alla vita e alla prosperità dell’alveare. Le api e il miele sono al centro dell’interesse degli studi sin dalla classicità, Aristotele ne indagò i segreti e ne fece l’essere vivente di maggior interesse dei suoi studi dopo l’uomo.
Le api non solo comunicano tra di loro ma lo fanno con una chiarezza, sintesi e precisione sconosciute ai linguaggi ritenuti evoluti. L’interpretazione del linguaggio e della comunicazione delle api valse il Nobel allo zoologo viennese Karl von Frish nel 1945. Lo studio e l’interpretazione della “danza delle api” ha gettato luce anche sui quesiti e sugli interrogativi posti da Aristotele e Steiner, sul loro mito e importanza per il rinnovo del ciclo vitale sulla terra.
Le api non fanno il miele, quello lo fanno i fiori. Il miele è il regalo che i fiori fanno alle api per ringraziarle e ricompensarle dell’essenziale funzione che svolgono per il mondo vegetale: l’impollinazione dei fiori e la prosecuzione della vita.
Andrea Paternoster non è solo un apicoltore di Ton in Trentino, è un baluardo dell’apicoltura di qualità nel cammino tracciato prima dal nonno e poi dal padre. In questa intervista Andrea Paternoster esprime la sua visione del mondo del miele, non come un semplice prodotto bensì un concentrato di passione per la vita.
Andrea, seguendo le orme prima di tuo nonno e poi di tuo padre, stai portando avanti un progetto di valorizzazione, comunicazione e difesa del miele e delle api. Che cosa rappresenta per te il miele?
“Sai quando ti chiami due volte con il nome di tuo nonno non puoi scappare dal tuo destino.
Te lo faccio raccontare da Federico Garcia Lorca:
Il miele è la parola di Cristo
l’oro colato del suo amore.
Il meglio del nettare,
la mummia della luce di paradiso.
L’alveare è una stella pura,
pozzo d’ambra che alimenta il ritmo
delle api. Seno dei campi
tremulo d’aromi e di ronzii.
Il miele è l’epopea dell’amore,
la materialità dell’infinito.
Anima e sangue dolente di fiori
condensati attraverso un altro spirito ………
…… è stato il risultato della folgorazione delle api viste ritornare negli alveari sbronze e divertite di nettare e polline nella primavera del 1984
è stata la voglia di riscatto di un nobile lavoro manuale e di un prodotto agricolo, tra i più esclusivi del panorama della nostra penisola
è stato l’appagamento della mia esigenza d’altrove, di viaggio, di conoscenza.
è stato l’opportunità meravigliosa di poter esprimere creatività per far riscoprire un nobile alimento e lo stesso modo di utilizzo.
è stata la grande opportunità di vivere nella natura, scoprire meandri preclusi ai più.
è stata la possibilità di ascoltare il linguaggio degli insetti che gridano l’allarme per la salute del nostro pianeta”.
E le api? Nel Manifesto del miele futurista parli delle api come di un alleato dell’uomo per vivere meglio. Tutelare quindi le api per educare e difendere se stesso?
“Le api sono un ponte tra il mondo vegetale e animale, il miele è li a metà. E’ il frutto di un lavoro enorme. Per un solo kg di miele le api visitano sei milioni di fiori, se fosse fatto solo da un’ape dovrebbe volare due volte la circonferenza terrestre, immagini?”
L’attività delle api non conosce confini territoriali o amministrativi, lavorano per il benessere della loro comunità. E’ un esempio anche per l’uomo?
“Soprattutto la loro socialità, sono un corpo sociale complesso che attraverso un ordine, una monarchia costituzionale illuminata sono riuscite a sviluppare abilità e comportamenti più vicini al mondo dei mammiferi evoluti che non degli insetti, sono ogni giorno una lezione, anche dopo trent’anni.”
Il miele è “un’istantanea scattata sul territorio” capace però nelle sue sfumature di darci una visione olistica del mondo. Che cosa ci racconta?
“La nostra visione parziale ci fa ragionare per comparti stagni, la natura è un’ imperscrutabile complessità fatta di relazioni straordinarie, qualche volta a fare il miele sono le mucche e a fare il latte le api. Le prime lasciano la pianta del rododendro integra perché non gradita, le api impollinano il fiore di tarassaco o di erbe medica, foraggio per le vacche.”
Il miele è un alimento prezioso e limitato, che strategia seguite per comunicarlo al pubblico?
“Cerco di trasmettere la consapevolezza che il miele è la parte più ricca e nobile del fiore, che quando un persona scioglie un cucchiaio di miele in acqua fa una tisana di profumo di fiori, è la quintessenza della natura.”
Il miele in cucina, ma non solo. Qual è secondo te il miglior miele da meditazione?
“Per me è sicuramente quello che inaspettatamente le api raccoglieranno l’anno prossimo. Lezione di ciclicità in questo mondo vanitosamente progressivo.”