Energia e clima sono strettamente correlati: oltre 2/3 delle emissioni di gas a effetto serra provengono da fonti energetiche. Per mantenere l’aumento delle temperature ben al di sotto dei 2º C è quindi necessario che tutti compiano progressi nella transizione energetica mondiale. La diplomazia climatica si concentra sull’attuazione dell’Accordo di Parigi (adottato dalla Cop 21) e sulla lotta ai cambiamenti climatici (sicurezza climatica). Invece, la diplomazia energetica dell’UE si concentra invece sulla sicurezza e la diversificazione energetica. L’obiettivo del Consiglio “Attuazione della strategia globale dell’UE – Rafforzamento delle sinergie tra le diplomazie climatica ed energetica dell’UE ed elementi relativi alle priorità per il 2017” (6 marzo 2017) era il rafforzamento delle sinergie (e legami) tra la diplomazia climatica dell’Unione europea e quella energetica, stabilendo anche le priorità per il 2017. Cosa hanno poi deciso? Ribadita la “necessità che l’UE mantenga la leadership nell’attuazione dell’accordo di Parigi e nella transizione verso economie a basse emissioni di gas a effetto serra e resilienti ai cambiamenti climatici”, i Ministri hanno invitato “l’Europa a diventare il leader mondiale nel settore delle energie rinnovabili, comprese la ricerca, l’innovazione e le tecnologie”. E – deciso di “dare nuovo impulso alla diplomazia climatica dell’UE e di mantenere il tema dei cambiamenti climatici fra le priorità strategiche nei dialoghi diplomatici, tenendo conto degli ultimi sviluppi e della mutevole situazione geopolitica” – hanno invitato la Rete della Diplomazia Verde dell’Unione europea ad aggiornare al più presto l’attuale Piano d’azione diplomatico in materia di clima, per attuare le conclusioni del Consiglio nel periodo 2017- 2018.
Dal Consiglio del 6 marzo sono emerse le seguenti priorità:
- il migliore utilizzo degli strumenti di Assistenza Finanziaria e Tecnica (dell’UE e degli Stati membri) e il rafforzamento dei collegamenti con altri importanti settori politici (diplomazia economica, la cooperazione allo sviluppo sostenibile, la sicurezza nucleare, la migrazione, la sicurezza alimentare e idrica, le risorse marine e oceaniche, la preparazione alle catastrofi, la ricerca e l’innovazione);
- l’importanza di Partenariati (durevoli e su misura) con i paesi terzi e gli attori non statali (autorità locali e regionali, società civile,l settore privato ecc.) per sostenere l’attuazione dell’Agenda 2030, dell’Accordo di Parigi e della Strategia per l’Unione dell’energia;
- la promozione del collegamento tra i contributi stabiliti a livello nazionale (NDC) e le strategie di sviluppo nazionali e la loro trasformazione in politiche;
- il riconoscimento dell’impatto economico positivo della transizione verso economie a basse emissioni di gas a effetto serra e l’importanza di potenziare l’efficienza energetica e le energie rinnovabili al fine di garantire l’accesso universale all’energia sostenibile, continuando a sostenere e collaborare con i Paesi in via di sviluppo nel soddisfare le loro esigenze di mitigazione e adattamento;
- la produzione di emissioni di gas a effetto serra sicure e sostenibili (in linea con l’accordo di Parigi e la strategia dell’UE per l’Unione dell’energia) e inclusione attiva degli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia nei Partenariati dell’Unione con le istituzioni finanziarie internazionali, le banche di sviluppo e altre istituzioni finanziarie, come pure nell’ambito di altri consessi e organizzazioni multilaterali;
- l’importanza della diplomazia energetica a sostegno della diversificazione delle fonti, dei fornitori e delle rotte, nonché un accesso universale all’energia sostenibile;
- il miglioramento costante del più alto livello di standard nei paesi terzi per la sicurezza nucleare;
- la necessità di concentrarsi sui potenziali effetti destabilizzanti dei cambiamenti climatici per sicurezza e migrazione e di integrare nei lavori tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, segnatamente gli obiettivi 13 (clima) 7 (energia sostenibile), 16 (pace), 6 (acqua pulita e servizi igienico -sanitari) e 2 (sicurezza alimentare);
- il sostegno ai paesi vulnerabili;
- la coerenza tra flussi finanziari e basse emissioni di gas a effetto serra e lo sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici.