“Che città è una città in cui bisogna difendere un sindaco che fa il suo dovere?”. Se lo è chiesto il magistrato Piercamillo Davigo, presidente nazionale dell’Anm, commentando la notizia del rafforzamento della scorta al primo cittadino di Bari, Antonio Decaro. Davigo ha partecipato a Bari al primo incontro del progetto ‘L’edificio della memoria’ dal titolo ‘Vite spezzate e giustizia’ nel liceo Salvemini. All’incontro nell’istituto scolastico era presente anche, tra gli altri, il governatore pugliese Michele Emiliano. Il primo cittadino barese ha ricevuto minacce di morte per aver impedito mesi fa, in occasione dei festeggiamenti per il patrono San Nicola la vendita di carne e bevande da parte di abusivi collegati alla famiglie della malavita barese
Parlando ai circa 600 studenti presenti, il magistrato ha posto retoricamente la domanda sulla difesa di un sindaco “che dovrebbe invece essere amato e protetto dal popolo che lo ha eletto”. “Una delle questioni più complesse di questo Paese – ha detto Davigo – è che tutti devono essere difesi, in tutti i sensi” ma “le vittime, in questo Paese, sono spesso mal protette”. Il magistrato ha poi spiegato che “il deficit di legalità che c’è in Italia, con l’innumerevole contenzioso che si abbatte sugli uffici giudiziari, non dipende dalla litigiosità degli italiani, ma dalla consapevolezza che se commetti un’infrazione non ti succede niente”. Secondo Davigo “bastano poche regole fatte rispettare perché questo diventi un Paese normale”.
Il presidente della Anm ha ricordato che “quando qualcuno, un magistrato, finisce sotto scorta, come è accaduto a me, non è vita! Io non sono mai riuscito ad andare ad un ristorante o un cinema sapendo che uomini delle scorte erano lì di notte a badare che non mi accadesse nulla”. “L’espressione ‘e’ severamente vietato’ si usa solo da noi in Italia – ha detto ancora Davigo agli studenti – ma che vuol dire? Una cosa è vietata oppure no e basta”.
“Vite Spezzate” è il tema della nuova edizione de “L’edificio della memoria”, progetto sulla legalità nelle scuole ideato da Giancarlo Visitilli, presidente della cooperativa I bambini di Truffaut e dai magistrati Lilli Arbore e Marco Guida.
La sesta edizione de “L’edificio della memoria” coinvolgerà più di 20 scuole di tutta la regione. Gli studenti incontreranno in classe testimoni diretti della storia recente e saranno coinvolti attivamente, con la guida di tutor (giornalisti, avvocati, magistrati, artisti), nella produzione di inchieste, corti cinematografici, racconti e rappresentazioni teatrali. Alla fine di un percorso che li porta a conoscere la “storia del presente”.
Il progetto ha come obiettivo l’impegno della memoria e la necessità di ricordare per formare i cittadini del domani. Vite spezzate, un nome e un aggettivo, che insieme formano un ossimoro. Le vite spezzate sono quelle dei bambini e degli adolescenti abbandonati a se stessi, degli uomini e delle donne privati dei loro diritti e caricati di un peso che spesso li sottomette all’obbedienza di regole e comportamenti che spezzano quel legame naturale con le leggi dello Stato.