Ore 19.10 di ieri e tutto cambia in un attimo. Alle 21.18, poi, la seconda scossa più potente e prolungata della prima, di magnitudo 5.9 della scala Richter.
“Sono crollate parecchie case. Il nostro paese è finito”. A dirlo qualche ora fa il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi dopo la forte scossa di terremoto di ieri. Il primo cittadino ha descritto quella che può dirsi una prima conta dei danni: “è crollata la facciata della chiesa e si è spaccato il terreno. La frazione di Casali non la possiamo raggiungere”. “La situazione è estremamente difficile, le scosse sono state lunghe e terribili, di una violenza inaudita. Il più forte terremoto della mia vita”.
Le scosse più importanti e poi a seguire lo sciame sismico fino al mattino. L’epicentro sempre nella Valnerina, nelle Marche, ma le vibrazioni sono state avvertite distintamente in tutto in Centro Italia.
A Camerino il campanile della chiesa di Santa Maria in Via, già danneggiata dal sisma del 24 agosto, si è abbattuto su una palazzina e i vigili del fuoco sono arrivati immediatamente. A renderlo noto l’Ufficio stampa del Comune, comunicando anche che la maggior parte delle persone si trovavano comunque fuori casa a seguito della scossa precedente. Molti, quasi a cascata, i crolli nel centro e nelle frazioni.
A Fabriano per la caduta di alcuni tramezzi in un palazzo si contano una decina di feriti. Ed il sindaco della città marchigiana, Giancarlo Sagramola, parla anche di diverse abitazioni inagibili. ”Abbiamo aperto gli impianti sportivi in modo da accogliere le persone che hanno paura a tornare nelle loro case – ha tenuto a sottolineare Sagramola -”. Già dalle prime ore dell’alba sono in corso verifiche in tutte le frazioni di Fabriano e almeno per oggi le scuole restano chiuse.
Ma ieri sera la terra ha tremato anche a Roma, a L’Aquila, a Pescara, a Perugia, Cascia, Norcia, Spoleto, Rieti, Amatrice e sebbene in forma più lieve il movimento tellurico è stato avvertito dalla Campania al Veneto.
L’area dell’Appennino ha una situazione geologica molto complessa, le fratture della terra si susseguono ogni 5-10 chilometri. Il terremoto di ieri verificatosi nell’area compresa tra Perugia e Macerata è collegato a quello del 24 agosto in provincia di Rieti, ha detto all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
“Il terremoto è avvenuto nel bordo settentrionale toccato dalla sequenza sismica attiva da due mesi – ha precisato Amato -. E’ ancora presto per ulteriori analisi, tanto che al momento possiamo solo dire che il terremoto è avvenuto su un’altra struttura collegata a quel sistema di faglie. Secondo le prime analisi la nuova struttura attivata si troverebbe qualche chilometro più a Nord della faglia attivata il 24 agosto”.
I terremoti sono un fenomeno naturale pericoloso, lo sappiamo bene, e non del tutto prevedibile. Ma difendersi è possibile attraverso la conoscenza fisica e l’applicazione di tecniche costruttive basate sulle probabili intensità degli eventi attesi. Per questo è necessario che strutture e infrastrutture vengano realizzate con criteri che tengano specificatamente conto delle forze fisiche in gioco. Sebbene il rischio non sia eliminabile, insomma, possiamo e dobbiamo fissarne un limite in termini sociali ed economici, al di sotto del quale non vogliamo certo spingerci .