I postini stanno per distribuire la prima tranche di buste arancioni inviate dall’Inps, che conterranno la simulazione di calcolo del probabile trattamento pensionistico sulla base dei dati registrati sull’estratto conto e la proiezione dei contributi che mancano al raggiungimento dei requisiti previsti. La riceveranno circa 7 milioni i lavoratori. Già famosa per il colore vivace, che dovrebbe mettere allegria, ma forse creerà depressione in chi la riceverà, la busta consente di acquisire maggiore consapevolezza della propria situazione previdenziale. Soggetti interessati sono:
-i lavoratori dipendenti del settore privato (compresi i domestici);
-i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, Coldiretti), ex Inpdai, gli iscritti alla gestione separata, i ferrovieri, e altri fondi speciali e agricoli;
-per i dipendenti pubblici l’Inps sta stipulando convenzioni con la pubblica amministrazione per l’invio insieme alla busta paga.
Si impone un’avvertenza. I calcoli contenuti nella busta devono essere recepiti e valutati con prudenza, giacchè la loro attendibilità è relativa in quanto le variabili di cui tener conto sono molteplici:
a) la carriera lavorativa dell’interessato;
b) la crescita del suo reddito;
c) l’andamento del Prodotto interno lordo (Pil), cioè il tasso di crescita dell’economia nazionale, e dell’inflazione. Il servizio on line dell’Inps ‘La mia pensione’ ipotizza un aumento annuo del Pil dell’1,5% con la possibilità di scendere all’1%, ma non meno. Se le cose andranno diversamente, quindi, i calcoli saranno differenti.
Un aspetto va preso in seria considerazione: il ‘tasso di sostituzione’ che rappresenta l’elaborazione del futuro assegno pensionistico. Con questa formula si intende il rapporto tra l’ultimo stipendio/reddito e il primo importo della pensione. Secondo stime dell’Inps, circa il 60% degli assicurati sta per ricevere sorprese negative, ovvero chi ha effettuato versamenti modesti o ha versato contributi a singhiozzo potrebbe avere un tasso di sostituzione anche inferiore al 50%.