“Lo Stato c’è e ti aiuta”. Lo afferma con orgoglio Fabrizio Curcio, Capo della protezione civile nazionale, messo a dura prova, ma non domato, da un terremoto senza fine che sta mettendo in ginocchio l’Italia centrale, i suoi tesori artistici e architettonici, ma soprattutto le popolazioni segnate, ma non rassegnate nonostante i colpi di una Natura matrigna che non fa sconti. Eppure, l’ultimo violentissimo sisma di ieri, avvertito persino nella Capitale, non ha fatto vittime, mentre quello simile per intensità dell’Irpinia ’80 ne causò 3mila. C’è da chiedersi come mai. “Stavolta il sistema di protezione civile era già attivo, perché stavamo gestendo il post sisma del 26 ottobre e prima ancora quello del 24 agosto. Gli interventi sul territorio sono stati immediati e così pure la risposta alle richieste di soccorso”, spiega Curcio. In effetti, il suo impegno e quello dell’intera struttura della protezione civile sono stati straordinari, come straordinaria si è dimostrata la solidarietà di tutta la nazione. “Senza dubbio questo è un grande Paese con due grandi ricchezze. La solidarietà e la dignità – conferma Fabrizio Curcio e aggiunge – Tutt’Italia si è mobilitata per aiutare i Comuni colpiti… Malgrado la grande paura e la disperazione che pure ho visto negli occhi dei Sindaci…”. Paura che rappresenta uno degli effetti più devastanti dei disastri di queste proporzioni. Paura che bisogna governare e vincere per risollevarsi. Ma come fare?
“Io sono un tecnico, non uno psicologo – risponde il Capo della protezione civile – perciò posso dirvi solo quello che so. Si vince con la prevenzione e con la pianificazione, col dialogo costante con i Sindaci. Senza di loro sarebbe impossibile gestire l’emergenza. Anche oggi, dopo la magnitudo 6.5 sono stati i pilastri delle loro comunità. Col terremoto si perde se s’improvvisa”. Pensando all’imminente inverno, col suo carico d’intemperie e disagi, Curcio assicura: “Lavoreremo per dare un’accoglienza e un’assistenza dignitosa a tutte le persone che sono fuori casa, impostando subito, con i territori, la strategia per il medio-lungo periodo”.