Quarta Rivoluzione industriale, una sfida difficile da governare. A Davos ministri, Premi Nobel e capi di Stato discutono dei problemi su sicurezza globale, innovazione e ambiente. Nella piccola località delle Alpi svizzere la giornata è fredda e bellissima, il cielo terso rende tutto più leggero, ma i temi da dibattere sulle questioni più urgenti in materia di salute, economia e ambiente pesano e non poco. Il World Economic Forum (Wef) si è aperto ieri con la partecipazione dei rappresentanti delle classi dirigenti globali, e si concluderà il 23 gennaio.
Le parole di Papa Francesco rivolte ai leader chiamati a trattare d’innovazione e ambiente risuonano come monito: “Gli effetti della robotica e delle innovazioni non conducano alla distruzione della persona, a essere rimpiazzata da una macchina senz’anima, o alla trasformazione del nostro pianeta in un giardino vuoto per il diletto di pochi”. Il tema ufficiale è la “Quarta Rivoluzione industriale”: una sfida complessa anche dal punto di vista geopolitico. I capi di Stato, da Cameron a Netanyahu, da Zuma a Tsipras discutono del crollo dei prezzi del petrolio e della sua connessione con il rallentamento dell’economia cinese, questioni che si legano alle nuove incertezze sui mercati finanziari. Per gli esperti la repentina caduta dei costi del greggio, che ha toccato i livelli più bassi (sotto i 27 dollari) degli ultimi dodici anni, non si regolerà nel corso di quest’anno, ma al contrario il mercato del petrolio dovrà fare uno sforzo significativo per cercare di assorbire nuove forniture da produttori come l’Iran, mentre la Cina continua a mostrare una certa distanza e l’Arabia Saudita aumenta la produzione per guadagnare quote di mercato.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) questo potrebbe essere un altro anno in cui l’offerta supererà la domanda. “Se guardiamo la situazione 2016 della domanda e dell’offerta, i prezzi sono ancora sotto pressione. Non vedo per quale ragione dovremmo aspettarci un aumento a sorpresa nel corso di quest’anno” ha spiegato il direttore esecutivo dell’Agenzia, Fatih Birol. Ma il problema va inquadrato anche nell’ambito dell’attuale lotta ai cambiamenti climatici: questi trend dei prezzi petroliferi costituirebbero una minaccia crescente per l’obiettivo mondiale di ridurre le emissioni attraverso l’aumento delle energie rinnovabili. La previsione del responsabile della Iea è che il calo dei costi di gas e petrolio possa ridurre gli incentivi governativi per migliorare l’efficienza energetica e l’installazione d’impianti a fonti rinnovabili. A Davos -Koster il sentimento dei partecipanti sembra essere plumbeo, contrassegnato da crescenti timori. C’è da auspicare che, come stabilito nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile e nell’Accordo di Parigi, tutti i Governi non dimentichino lo sradicamento della povertà.