Si sono riuniti ieri a Tunisi, nell’ambito del secondo incontro del Gruppo di Contatto sulla rotta migratoria nel Mediterraneo centrale, i Ministri dell’interno di Algeria, Germania, Austria, Francia, Italia, Libia, Mali, Ciad, Malta, Niger, Slovenia, Svizzera e Tunisia, il commissario europeo per la migrazione, gli Affari interni e la cittadinanza, nonchè il Ministro dell’interno dell’Estonia che ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Uno dei temi in agenda: la migrazione come fenomeno globale, la cui gestione richiede un impegno condiviso in uno spirito di responsabilità e reciprocità, di partenariato e di solidarietà in risposta alla crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale, caratterizzata dal traffico, organizzato dalle reti criminali, di decine di migliaia di migranti e della loro morte o della conseguente riduzione in schiavitù.
Così ricordando le conclusioni e le raccomandazioni della prima riunione ministeriale del Gruppo di Contatto (che si è tenuta a Roma il 19 e 20 marzo 2017), tenendo conto dei diversi processi regionali e sub-regionali, quali la Dichiarazione congiunta Africa-Ue sulla migrazione e la mobilità del 2014, i documenti delle Conferenze ministeriali dei processi di Rabat e di Khartoum e del Vertice di La Valletta sulla migrazione, svoltosi l’11 e il 12 novembre 2015 e consapevoli delle sfide in materia di sicurezza socio-economica ed umana legate alla migrazione, i ministri hanno deciso di consolidare gli sforzi comuni rafforzando lo scambio di informazioni strategiche e operative sulle reti dei criminali dediti al traffico di esseri umani. Uno scambio volto a facilitare la prevenzione e l’azione giudiziaria nei confronti di attività criminali.
Tutti i Paesi hanno deciso di potenziare la cooperazione di sicurezza, come pure quella giudiziaria attraverso la ratifica e l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e i relativi protocolli. Verrà inoltre rafforzata la cooperazione in materia di riammissione dei migranti irregolari verso i rispettivi Paese d’origine, sulla base dell’identificazione e secondo procedure stabilite di comune accordo, accelerando l’emissione dei necessari documenti di viaggio nel rispetto dei diritti umani e della dignità della persona.
A Tunisi, insomma è stata messa in campo una strategia. “Non c’è un’unica soluzione miracolosa – ha detto nel suo intervento il Ministro dell’interno Marco Minniti – c’è invece l’idea di pensare ad un progetto sapendo che nessun Paese può farcela da solo. E che nessun Paese può essere lasciato solo”. Un fenomeno epocale “che ci ha accompagnato in passato e molto probabilmente ci accompagnerà anche nel futuro. Il problema è comprendere che questo fenomeno può essere affrontato in maniera utile e io starei quasi per dire in maniera definitiva, soltanto attraverso una grande cooperazione tra Europa e Africa. Questa è la sede della soluzione del problema. L’Europa non può fare a meno dell’Africa e viceversa, i due destini sono strettamente connessi ed è per questo che è molto importante questa iniziativa. Dobbiamo impegnare energie, risorse finanziarie, e progetti – ha proseguito il titolare del Viminale – Se possiamo vedere, pensare ad un’Europa equilibrata è quella che ha lo stesso impegno verso la parte est, verso la parte meridionale. Sono due cuori fondamentali dello stesso identico problema. La parola chiave su questo è cooperazione, è investimento e impegno in progetti concreti”.
Per quanto riguarda la Libia, “ i suoi confini a sud sono molto importanti non soltanto per il tema dell’immigrazione, ma anche per il tema della lotta al terrorismo – ha precisato Minniti – Noi abbiamo di fronte, con evidenza, i segnali di una sconfitta militare di Islamic state nel momento in cui cade Mosul. E dobbiamo pensare all’ipotesi di una diaspora e a quel punto il confine sud della Libia diventa il confine sud dell’intera Africa settentrionale e se mi è consentito, del confine sud dell’intera Europa. Controllare il confine sud significa controllare i confini dell’Africa settentrionale e dell’Europa, per questo tutto ciò ha un valore strategico”.