L’antica strada consolare, 900 km di tracciato da Roma a Brindisi inclusa la variante traianea, rappresenta non solo il prototipo del sistema viario romano, ma è anche il simbolo millenario delle relazioni tra le civiltà del Mediterraneo e quelle dell’Oriente e dell’Africa.
Alla cerimonia, sono intervenuti il Sottosegretario al MiC, Gianmarco Mazzi; il presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, mons. Pasquale Iacobone; il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; il presidente vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori. Il Protocollo d’intesa è stato presentato dalla dirigente dell’ufficio Unesco del MiC, Mariassunta Peci e ad aprire i lavori è stato il Direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger.
Il progetto, promosso dal Ministero della Cultura attraverso i suoi uffici centrali e periferici, coinvolge 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra Province e Città Metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 Università italiane e straniere. “La Via Appia è un esempio della grandezza romana, la prima via pubblica e il prototipo, anche dal punto di vista tecnico, di altre strade che hanno poi costruito i romani. Ma è anche molto di più, un crocevia culturale, parte del sistema culturale e sociale del mondo romano: questa era forse la sua importanza principale e questo sarà l’aspetto sul quale puntiamo, ha detto il Sottosegretario Mazzi, Il Ministero ha già investito 19 milioni di euro in restauri, conservazione e per la preparazione del fascicolo. Speriamo di farcela. Quando gli italiani giocano uniti, nessun risultato è impossibile”.
Il 20 gennaio la candidatura sarà valutata dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco, a seguire, la richiesta sarà inviata a Parigi.