“Oggi – dichiara il Ministro Dario Franceschini – si compie un altro, importante passo verso il pieno recupero al patrimonio pubblico del più importante complesso archeologico dell’Appia Antica rimasto in mani private. L’acquisizione del Mausoleo di Sant’Urbano da parte del Parco archeologico è l’inizio di un percorso che aprirà ai cittadini questo sito straordinario, arricchendo così l’esperienza di visita della più grande area archeologica al mondo”.
“Sono particolarmente felice di aver potuto siglare l’atto definitivo che consegna al nostro Istituto il sepolcro – ha detto il direttore del Parco dell’Appia antica, Simone Quilici. Il mausoleo è diventato negli anni un simbolo della deturpazione e degli abusi che in questa zona erano impunemente perpetrati a danno dei beni culturali nonostante le innumerevoli denunce di tanti intellettuali tra i quali voglio ricordare Antonio Cederna. Adesso avremo non solo modo di poter studiare a fondo l’edificio, e acquisire dati scientifici rilevanti, ma potremo anche restaurare e restituire alla cittadinanza e alla fruizione pubblica un nuovo spazio verde, in uno dei tratti più suggestivi della via Appia Antica: un luogo davvero spettacolare che ha ancora molto da raccontare”.
Il Mausoleo è una monumentale tomba in laterizi databile nel IV secolo d.C., che conserva mura alte oltre dieci metri di altezza, con abside e nicchie laterali e resti della scalinata frontale d’accesso. Posto su un diverticolo basolato, una traversa che si diparte dall’Appia Antica all’altezza del IV miglio, è a 20 minuti dal Mausoleo di Cecilia Metella e a 15 dal Casale di Santa Maria Nova e dalla Villa dei Quintili, in una posizione strategica per la visita del ricco territorio del Parco. L’edificio, indagato alla fine dell’800 da Rodolfo Lanciani con i fratelli Giambattista e Bernardo Lugari, che avevano acquistato il terreno dal principe Alessandro Torlonia, deve il suo nome all’episodio citato dalle fonti cristiane, secondo le quali il corpo del Santo sarebbe stato trasportato dalla devota matrona Marmenia in un edificio realizzato in una sua proprietà lungo la via consolare, di conseguenza la villa retrostante il sepolcro venne definita domus Marmeniae e il mausoleo attribuito a Sant’Urbano. Per perfezionare l’acquisto è stato necessario concordare con la proprietà consistenti lavori di ripristino che hanno portato ad eliminare le manomissioni realizzate nel corso degli anni all’interno dell’area, strutture addossate al monumento o realizzate nei suoi pressi per usi impropri che ne compromettevano il valore.
Fonte: MIBACT