Pur rischiando la blasfemia possiamo considerare Melbourne come la Juventus in Italia: vince sempre lei. La bellissima metropoli australiana, infatti, rimane prima al mondo, per il settimo anno consecutivo, nell’indice di vivibilità della rivista Economist, seguita a ruota anche quest’anno da Vienna.
Ma cosa fa, in particolare, Melbourne per meritare ogni anno il titolo di città più vivibile al mondo? Questo studio attribuisce alla città australiana i punteggi più alti in materia di assistenza sanitaria, istruzione e infrastrutture e il più basso quando invece si parla di criminalità. Lo Stato del Victoria “ha il meglio di tutto: grandi eventi, grandi scuole e più posti di lavoro che in qualsiasi parte del Paese”, commenta alla Xinhua il ministro di Stato per il Turismo, John Eren.
Nell’indice che valuta 140 città del mondo, si piazzano fra le prime dieci tre città canadesi: terza Vancouver, quarta Toronto e quinta Calgary, a pari merito con l’australiana Adelaide. Si tratta per le prime cinque della stessa graduatoria dello scorso anno. Nelle top 10 anche Auckland in Nuova Zelanda, Helsinki e Amburgo. Settima l’altra australiana Perth, mentre lo spettro del terrorismo spinge Sydney dal settimo all’undicesimo posto.
L’indice attribuisce punteggi fino a 100, in 30 aree comprendenti sanità, istruzione, stabilità, cultura, ambiente e infrastrutture. Melbourne è la prima città a ricevere il prestigioso riconoscimento per la settima volta consecutiva, avendo ottenuto quest’anno 97,5 punti su 100. Le preoccupazioni sulla sicurezza, inclusa la crisi dei profughi, la crescente minaccia terroristica e i conflitti in Medio Oriente, in Europa orientale e in Africa, hanno ridotto il punteggio medio di sicurezza globale di due punti percentuali dal 2012, mentre il punteggio globale di vivibilità è sceso in un anno dello 0,08%.
Secondo il rapporto 2017, le città meglio piazzate “tendono a essere di media grandezza in paesi più ricchi con una densità di popolazione relativamente bassa. Questo consente una gamma di attività culturali e ricreative senza portare alti livelli di crimine o infrastrutture sovraccariche”.