Patto sociale, sinergia fra settore pubblico e privati, pragmatismo dinamico dei corpi intermedi, sono gli ingredienti fondamentali di un cocktail di successo che fa di Parma un’esperienza d’avanguardia nei processi d’innovazione urbana. Una sorta di modello guida per le altre città italiane che intendano imboccare la strada del cambiamento “intelligente” all’insegna della qualità della vita e della sostenibilità. Un evento simbolo di questa ventata di creatività è la stipula del protocollo d’intesa per il progetto “Parma Futuro Smart” che si è già tradotto nell’elezione a Capitale italiana della cultura 2020. Un lusinghiero riconoscimento da parte del Mibac che ha valorizzato il “modello Parma” in quanto “rete fortemente connotata da relazioni umane e collaborazioni pubblico-private con al centro un’innovazione a 360 gradi”.
Lo ha ben spiegato Tiziana Benassi, Assessore alle Politiche di sostenibilità ambientale, che ha sottoscritto l’accordo del 29 maggio scorso. “Questo protocollo d’intesa – ha dichiarato in Consiglio comunale durante la cerimonia della firma – dopo un lungo percorso, rappresenta un output e al tempo stesso un punto di partenza importante per i futuri sviluppi pratici della città… Si è partiti dalla consapevolezza che per rendere una città Smart, non è possibile prescindere dalle collaborazioni con i privati, intesi come imprese o gli stessi cittadini, riuniti in associazioni o meno. Il territorio – ha aggiunto – è riuscito a costruire un rapporto molto forte tra i vari stakeholder basato sulla fiducia. Questo trust è stato il perno intorno al quale si è costruita la rete di soggetti che stanno partecipando all’innovazione della città; poiché nessun progresso tecnologico è possibile senza curare gli aspetti umani e individuali che ci sono alla base”.
Non a caso, il tema al centro della riflessione dell’amministrazione comunale in questa fase riguarda le forme più idonee di public private partnership (PPP) da utilizzare tout court per i diversi settori e business, giacchè non è ancora possibile individuare un standard unico da generalizzare. D’altra parte, il carattere fortemente identitario della città nella sua proiezione provinciale spinge verso il coinvolgimento territoriale di area vasta, al fine di collegare le zone meno urbanizzate, ma teatro di produzione o innovazione che richiedono ambienti diversi per svilupparsi, alla città stessa: basti pensare al settore del food made in Italy. La prospettiva più ampia è dunque la costruzione di una sorta di Smart Landscape che, coinvolgendo tutti gli stakeholder, sia in grado di produrre benefici e vantaggi in maniera diffusa grazie a una calibrata sinergia fra cittadini, settore privato e PA. Questo insieme d’iniziative e di sforzi sta dando i primi frutti, procurando all’amministrazione locale anche importanti riconoscimenti formali, oltre che il consenso della popolazione. Già nell’ottobre dello scorso anno, infatti, in occasione del ICity Rate 2018, il Rapporto di FPA che consente di stilare la classifica delle città italiane più intelligenti e sostenibili, Parma si è piazzata fra le top ten più smart dello Stivale