Secondo il parere degli imprenditori italiani, nel 2017, il super ammortamento ha svolto un ruolo piuttosto importante per il 62,1 per cento delle aziende manifatturiere, che hanno deciso di investire. Il favore per il super ammortamento è diffuso in tutti i comparti e ritenuto rilevante per almeno un’impresa su due. Stando allo studio dell’Istat questa misura ha fornito un impulso maggiore nei settori degli apparecchi elettrici (il 58,9 per cento delle unità), gomma e plastica (57,7 per cento), metallurgia (55,8 per cento), elettronica e macchinari (53,6 per cento in entrambi i casi).
Con riferimento agli investimenti per il 2018, quasi il 46 per cento delle imprese dichiara di prevedere investimenti in software, quasi un terzo in tecnologie di comunicazione machine-to-machine o internet of things, il 27 per cento in connessione ad alta velocità (cloud, mobile, big data) e in sicurezza informatica. Un esercizio di simulazione con il modello macroeconometrico dell’Istituto nazionale di statistica rileva che le misure di agevolazione (super e iper ammortamento, credito imposta R&S) produrrebbero una crescita complessiva degli investimenti totali di 0,1 punti percentuali sia nel 2018 sia nel 2019, come conseguenza di una dinamica più sostenuta degli investimenti in macchinari (+0,1 pp nel 2018 e +0,2 pp nel 2019) e di quelli in proprietà intellettuale (+0,8 pp nel 2018 e +0,6 pp nel 2019).
Un secondo esercizio valuta invece l’impatto del credito d’imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo, riferito al 2015, e sugli addetti impiegati in ricerca e sviluppo. A fronte di un impatto incerto sulla spesa in R&S, le imprese beneficiarie risultano avere assunto addetti in misura maggiore sia rispetto alle non beneficiarie (circa +6 addetti), sia rispetto alle eleggibili che non hanno utilizzato l’incentivo (circa +2 addetti).
In un terzo esercizio è stato, invece, calcolato l’effetto di sostituzione tra capitale e lavoro indotto da varie tipologie di incentivi fiscali legati al Piano nazionale Impresa 4.0, per diverse aliquote contributive a carico del datore di lavoro, per due differenti forme di finanziamento d’impresa (capitale proprio e di debito) e per due tipologie di investimenti (materiali e immateriali). In caso di investimento in beni strumentali finanziato con capitale di debito e di aliquota contributiva al 23 per cento, per ogni euro risparmiato nella spesa in capitale fisico grazie all’utilizzo dell’iper ammortamento, il ricorso congiunto al credito di imposta in ricerca e sviluppo determinerebbe una riduzione del costo del lavoro per l’impresa di 0,68 euro. Questo effetto aumenterebbe a 0,97 euro in caso di azzeramento dell’aliquota contributiva a carico del datore di lavoro. Nel caso di autofinanziamento l’utilizzo del credito d’imposta research and development, determina un risparmio del costo del lavoro più contenuto, pari a 0,59 euro per ogni euro risparmiato sul capitale quando l’aliquota è pari al 23 per cento, 0,85 euro in presenza di percentuale d’imposta nulla.
Il Rapporto dell’Istat propone a questo punto una valutazione dell’efficacia e dell’impatto di alcuni di questi provvedimenti, nella consapevolezza che possa trattarsi di un primo, parziale tentativo di cogliere effetti che, per loro natura, si espliciteranno pienamente solo su un arco temporale più ampio. Nell’impossibilità pratica di effettuare una piena valutazione dell’impatto complessivo di tali misure, L’Istituto nazionale di statistica ha scelto di adottare diverse prospettive di analisi, muovendosi idealmente tra i piani macro e microeconomico, guardando dapprima al giudizio degli imprenditori circa la rilevanza delle varie tipologie di incentivo sulle decisioni di investimento nel periodo 2017-2018 e analizzando successivamente gli effetti delle principali misure del Piano (super ammortamento, iper ammortamento e credito di imposta per le spese in ricerca e sviluppo) sugli investimenti come pure sulla crescita economica per il biennio 2018-2019.
Nell’ultima parte della ricerca, infine, L’Istat utilizza il saggio marginale di sostituzione tra lavoro e capitale (d’impresa) per valutare in quale misura alcune tipologie di incentivi fiscali legati al Piano nazionale Impresa 4.0 possano indurre le aziende a sostituire, nel breve periodo, lavoro con capitale o viceversa. I risultati dell’indagine qualitativa condotta su un campione rappresentativo delle imprese della manifattura forniscono prime indicazioni sulla percezione del mondo imprenditoriale in merito all’efficacia di alcune delle misure contenute nel Piano Impresa 4.0 nello stimolare la domanda di investimento da parte delle imprese. I dati, raccolti a novembre 2017, hanno consentito di valutare in particolare due aspetti: la rilevanza degli incentivi nella decisione di investimento nel corso del 2017 e gli orientamenti degli imprenditori circa le intenzioni di investire nel 2018 nelle tecnologie abilitanti oggetto del Piano Impresa 4.0.