Nel corso di un incontro svoltosi nella sede della Regione Sardegna tra i sottoscrittori dell’Accordo di programma per la riqualificazione del sito della Laveria La Marmora, la Sovrintendenza del Mibact ha infatti comunicato che la prima fase, quella relativa alla messa in sicurezza emergenziale, si è conclusa positivamente. Saranno ora avviate le fasi di recupero definitivo del bene, uno dei tesori archeologici industriali della Sardegna. Oltre al recupero degli edifici della Laveria, è previsto un intervento sull’approdo e sulla sentieristica.
Il supporto tecnico per la realizzazione di un trasporto passeggeri su rotaia, compatibile con il contesto storico e paesaggistico del sito monumentale sarà fornito dall’Arst.
Il Parco geominerario, oltre ad essere finanziatore dell’intervento, ne sarà anche gestore, insieme al Comune di Iglesias e ad Igea.
Nel Sulcis Iglesiente si concentra l’area più estesa per varietà e diffusione delle attività minerarie svolte negli ultimi secoli in Sardegna, attività mineraria per la quale il Parco geominerario storico e ambientale dell’Isola è stato il primo del genere ad essere riconosciuto dall’Unesco.
Nel territorio del Sulcis Iglesiente sono presenti varie miniere, quasi tutte dismesse.
La Laveria La Marmora sorge a breve distanza dall’abitato di Nebida ed è del tutto particolare perché questo edificio che un tempo accoglieva le cernitrici dedite a selezionare i minerali estratti e a lavarli, appare isolata sul declivio di una montagna che si affaccia sul mare.
La Laveria è posta accanto ai forni di calcinazione, al magazzino dei minerali e delle merci, al vecchio pontile d’attracco per le navi-bilancelle. L’intero complesso cadde in disuso nella metà degli anni ‘30.