La Corea del Nord ha effettuato il suo sesto, nefasto test nucleare rivendicandone il successo senza mezzi termini né incertezze e dicendo che il nuovo ordigno all’idrogeno è realizzato per armare un supermissile intercontinentale. La nuova sfida del leader Kim Jong-un al mondo è stata annunciata dalla TV di Stato Kctv e anticipata, secondo le rilevazioni dell’Istituto geologico americano Usgs, da un potente sisma artificiale di magnitudo 6,3. Il sisma è stato sentito anche in Cina e l’allarme è scattato, in particolare, nella città di Yanji, vicina al confine nordcoreano. Immediata la risposta di Seul e Tokyo, alla quale è si è aggiunta la severa risposta della Cina che, attraverso una nota del Ministero degli Esteri, ha “condannato con forza l’intemperanza di Pyongyang”, proprio nel momento in cui il presidente Xi Jinping era impegnato ad aprire i lavori del vertice dei Paesi Brics a Xiamen, un incontro a lungo preparato, di grande importanza e visibilità internazionale. Ferma e decisa la reazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca per parlare della questione. Trump ha visto i propri consiglieri per fare il punto sul test nucleare appena effettuato. Un fatto gravissimo a cui seguiranno nuove sanzioni contro la Corea del Nord. “La Corea del Nord – ha scritto Trump in un tweet – è uno Stato-canaglia ed è diventato una grave minaccia e una fonte d’imbarazzo per la Cina. Pechino sta cercando di aiutare, ma con scarso successo”.
Nei mesi scorsi il Pentagono ha schierato in Corea del Sud il sistema Thaad, teso a contrastare missili a corto e medio raggio. Segnale importante e parziale, che tuttavia ha avuto contraccolpi diplomatici. Cina e Russia hanno interpretato l’arrivo delle batterie come una minaccia e non come un atto di difesa. Ad oggi gli esperti sono concordi nel ritenere che l’apparato sia utile, ma non determinante. La Corea del Sud, che da tempo ha alzato la soglia di allerta, manifesta l’intenzione di chiedere più aspre sanzioni assicurando che farà tutta la pressione possibile sul Consiglio di Sicurezza dell’Onu perché si giunga al totale, inesorabile quanto inevitabile isolamento di Pyongyang.