Agli scrittori sovviene spesso un’ispirazione che nasce dal rapporto con i luoghi della loro vicenda esistenziale. Romanzi e racconti riflettono, più di quel che si creda, il sentimento di appartenenza a una città o a un piccolo centro. Può anche accadere che il “natio borgo selvaggio” costituisca un dato di sofferenza, con risvolti psicologici controversi, ma sempre con nitidezza opposta a una condizione di mera indifferenza. In effetti, il coinvolgimento emotivo e intellettuale traspare usualmente dalle pagine dei grandi autori. Di certo Antonio Fogazzaro, legato profondamente alla comunità vicentina, si è lasciato intrigare dal senso di appartenenza al vissuto locale, senza con questo abbassare troppo lo sguardo e senza perciò restringere l’orizzonte della propria visione intellettuale e morale.
In fondo, come rilevava un grande autonomista, Luigi Sturzo, che per comunanza di ideali e aspirazioni può essere considerato con qualche arditezza l’interprete politico più maturo del discorso poetico di Fogazzaro, “il comune è un ente concreto, più che non lo sia una provincia, una regione, lo stato”. Alla concretezza, dunque, siamo chiamati per rispetto anche di queste rapide considerazioni. Il fatto che sia un romanziere, con alle spalle la conoscenza del “mestiere” di amministratore, a ricordarci il valore della comunità, rende piacevole l’approccio alla creazione letteraria che Fogazzaro ha saputo modellare sul sentimento di un’umanità in sofferta armonia con il proprio ambiente. E lo sfondo vividamente rappresentato dalla comunità, intesa come feconda espansione e compimento sociale della persona umana, ci conduce sulle strade del nostro tempo, quelle dove noi incontriamo le tante problematiche, non facili da risolvere, di un mondo globalizzato ed insieme fortemente attraversato dalle suggestioni delle piccole patrie.
Dobbiamo imparare a vivere una nuova dimensione della convivenza civile, cogliendo le sfide dell’integrazione. D’altronde, nell’udienza concessa pochi giorni fa a una delegazione di Sindaci, Papa Francesco invitava “a costruire comunità dove ciascuno si senta riconosciuto come persona e cittadino, titolare di doveri e diritti, nella logica indissolubile che lega l’interesse del singolo e il bene comune”. Spero, in conclusione, che ai miei colleghi Sindaci il presente libriccino – omaggio riservato ai partecipanti all’Assemblea dell’Anci – susciti in abbondanza simpatia e interesse. Senza dubbio, Vicenza nutre particolare orgoglio per uno dei suoi figli più illustri, sebbene oggi appaia poco presente alla pubblica opinione. Il nostro Fogazzaro, invece, è attuale e moderno – vorrei dire – più di quanto si possa dedurre dalla fortuna che ne accompagna la figura nel campo della letteratura del Novecento.