L’Anci che noi conosciamo oggi, con la sua dialettica tra funzione politico-rappresentativa e attività di servizio agli enti locali, anzitutto per mezzo delle nuove tecnologie, nasce negli anni ’80 con Riccardo Triglia. Possiamo senz’altro dire che la sua è stata una presidenza innovativa, anche se collocata nel perimetro della politica inquieta e difficile di fine prima repubblica. In effetti, nel corso di quasi un decennio (1982-1991), si è prodigato con slancio ogni volta che occorreva dare una spinta in avanti e lavorare attorno a idee e progetti di cambiamento.
Univa in sé, con sincerità e passione, tanto l’amore per la comunità e la sua autonomia, quanto il rigore per il buongoverno locale; sicché, sull’onda delle trasformazioni tese a ridare consistenza alla politica tributaria dei comuni, contribuì da par suo allo sviluppo di quel movimento di fuoriuscita dal sistema di finanza derivata, fonte di indubbie certezze in termini di previsione e controllo delle risorse attribuite, ma anche di inevitabile perdita di responsabilità nei rapporti tra amministratori locali e cittadini.
La Presidenza Triglia coincide con la storica riforma delle autonomie, quindi con la legge 142/90, che costituisce a tutt’oggi l’ossatura del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel). L’Anci salutò quella riforma con grande entusiasmo: l’Assemblea di Cagliari (1990) registrò un inatteso livello di partecipazione, con qualche problema organizzativo. Alla novità istituzionale fu dedicata un’opera di divulgazione, che coinvolse attraverso una campagna ad hoc sui grandi media, mai fino ad allora sperimentata, l’opinione pubblica nazionale.
Con Triglia, dunque, l’Anci ha saputo scommettere sulla capacità di guidare una dinamica di cambiamento, gettando le fondamenta di una più moderna organizzazione della rappresentanza dei comuni italiani. Furono anni importanti, ricchi di positive esperienze, come pure di forti tensioni interne al mondo delle autonomie. A queste difficoltà egli rispose con onestà di pensiero e di condotta, mai cercando facili vie d’uscita, magari all’insegna della confusione o peggio dell’ambiguità. Dimostrò sempre, tra alterne vicende, le sue doti di schiettezza umana e politica.
A lui spetta il merito, infine, di aver portato l’Anci alla guida della IULA (International Union Local Authorities), divenendo nel 1991, e fino al 1995, il primo (e unico) italiano a ricoprire la carica di presidente di quella che all’epoca era la nostra “internazionale”. Ne fece indubbiamente motivo di orgoglio e responsabilità, dando molto della sua generosità d’impegno nel contesto delle relazioni tra le “diverse ANCI” del mondo.
Nel giorno della sua morte, coincidente per le coscienze degli uomini di fede nel giorno della nascita alla vera vita, lo salutiamo con deferenza, sicuri che gli si debba di tutto cuore questo piccolo ma sincero tributo di stima e di affetto.
Veronica Nicotra, Segretario generale in carica Anci
Lucio D’Ubaldo, Segretario generale Anci (1986-1996)