Piero Calamandrei è forse, nell’attuale dibattito politico sulla riforma costituzionale, l’autore più citato. Oggi più che mai è necessario parlare di questo grande uomo. Non solo perché il 27 settembre del 1956 lasciava questa terra. Ma soprattutto perché si avverte la sua mancanza ogni volta che vengono calpestate le principali regole del vivere civile, unitamente alla decadenza delle istituzioni, dei partiti e della politica. Sulla base di queste premesse, al di fuori della mera retorica confinata nell’abbondante convegnistica, per avvertire concretamente la presenza del grande giurista occorre vivificare le sue parole, leggendo e rileggendo i suoi scritti.
Ogni sua frase rappresenta, per coloro che intendano veramente rispettarlo, una strada sicura; argomentazioni acutissime che a distanza di tempo non hanno perso la loro forza. A 60 anni dalla sua scomparsa è necessario, dunque, passare dalle citazioni alle azioni.
Il pensiero di Calamandrei è attuale, lungimirante e pieno di semi che nel tempo hanno germogliato in quanti si sono riconosciuti nella sua azione divenuta storia da custodire, per costruire ancora la sua idea di Italia.
La nipote Silvia afferma con convinzione che “Calamandrei, con la sua lunga battaglia per dare attuazione alla Costituzione, fino a salutare nel 1956 il fatto che si era ‘mossa’, con l’istituzione della Corte costituzionale, continua ad essere un riferimento per chi ritiene che quel patto di cittadinanza sia ancora essenziale; il suo discorso ai giovani del 1955 circola largamente nelle scuole, nei blog e tra la gente, ovunque ci sia uno spirito di iniziativa. Sono giorni oscuri, ma occorre reagire: questa nostra repubblica ci appartiene Una battaglia civile, che va combattuta combattendo l’indifferenza“.
La Commissione Cultura del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze e la Biblioteca Archivio ‘Piero Calamandrei’ lo celebrano presentando al Teatro alla Pergola di Firenze, martedì prossimo alle 16,30, il reading ‘Piero Calamandrei. Lui’.
Un reading creato sull’idea di donare al pubblico un’immagine più intima del grande giurista, un evento nato in collaborazione con la Fondazione Teatro della Toscana e l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana.
Dopo l’introduzione della nipote Silvia Calamandrei, daranno voce al fondatore del Partito d’Azione, che rappresentò poi all’Assemblea Costituente, l’attore Giulio Scarpati, l’avvocato Gaetano Pacchi e la piccola Giorgia Berrettini. Gli intermezzi musicali saranno eseguiti dal vivo dall’avvocato Sigfrido Fenyes e dalla piccola Margherita Scabia.
L’allestimento ricostruisce uno studio a Poveromo, frazione del Cinquale, al confine tra Marina di Massa e Forte dei Marmi: un nonno racconta alla nipote alcuni episodi importanti della sua vita, pubblica e privata. La guerra, la nascita di Franco, il papà di lei, la famiglia, i nonni Agostino e Giacomo, la compagna di sempre, Ada, l’attività di avvocato, la passione per la pittura e la musica.
La nipote che domanda è Silvia, il nonno che risponde è Piero Calamandrei. Non a caso, il primo brano letto sul palcoscenico, una sorta di premessa concettuale, è la Lettera di Capodanno a una bambina che non sa leggere scritta nel 1950 da Piero a Silvia, perché la leggesse nell’anno 2000. Nella sua introduzione, Silvia Calamandrei parlerà anche degli insegnamenti da lui ricevuti.
Durante la lettura, sullo sfondo, scorreranno immagini cui si riferiscono i brani. Si tratta, dunque, di una lettura a più voci: la piccola Silvia e il nonno Piero in due fasi della maturità. La scelta e il montaggio dei testi è stata compiuta dall’avvocato Gaetano Pacchi proprio tenendo presente questo taglio: alle domande della bimba, l’adulto risponde con parole e concetti facilmente comprensibili a un interlocutore di quell’età.
Le letture dei brani saranno poi intervallate e accompagnate da brani di Claude Debussy (autore rammentato da Calamandrei nel Diario 1939-1945, perché spesso eseguito dalla moglie, Ada Cocci), di Sergej Prokof’ev e Robert Schumann, eseguite dall’avvocato Sigfrido Fenyes e dalla piccola Margherita Scabia.
A fianco di ‘Piero Calamandre. Lui’, come una sorta di preludio, sarà allestita un’esposizione che, in sintonia con l’impostazione data all’evento, riguarderà la vita familiare, le amicizie, le passioni artistiche e culturali di Calamandrei e consisterà, tra l’altro, nell’esposizione dell’Erbario, di quadri, di lettere (alcune delle quali inedite e mai esposte) in originale; di fotografie (molte delle quali mai pubblicate, in parte che lo ritraggono, in parte da lui stesso scattate); di disegni a matita (anche questi inediti e mai esposti), di prime edizioni dei suoi libri.