Finanza pubblica sempre sotto stress stretta fra fabbisogno e debito, quest’ultimo risalito a febbraio di circa 200 milioni attestandosi a 2.363,68 miliardi e toccando un nuovo record: 132,2% del Pil. Il dato lo fornisce l’ultimo bollettino di Bankitalia che, fra l’altro, ha rivisto al rialzo rispetto ai dati diffusi lo scorso 15 marzo di 0,8 miliardi nel 2016, 5,5 miliardi nel 2017 e 5,3 miliardi nel 2018 il debito delle amministrazioni pubbliche. Queste revisioni riflettono principalmente l’ampliamento del perimetro delle Amministrazioni pubbliche definito dall’Istat in accordo con l’Eurostat. A febbraio 2019, inoltre, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 28,9 miliardi, in calo dell’1,7% ((0,5 miliardi) rispetto al dato dello stesso mese del 2018. Segno evidente del rallentamento in atto dell’economia. Non a caso, i giudizi sulla situazione economica delle imprese italiane dell’industria e dei servizi con oltre 50 addetti “sono rimasti nel complesso negativi, sebbene in misura meno marcata rispetto alla rilevazione di dicembre”. Infatti, le attese a breve dei cittadini e degli operatori sulle proprie condizioni economiche sono meno sfavorevoli, in parte per migliori valutazioni sulle condizioni di accesso al credito e per minore incertezza su fattori economici e politici (che costituiscono il principale ostacolo alla loro attività). Ciò, anche se “le valutazioni sull’andamento corrente della domanda – si legge nell’indagine – sono nuovamente peggiorate sia per la componente interna sia per quella estera; le attese a breve termine sulla domanda sono tornate invece a migliorare, soprattutto nella componente estera”. Il saldo tra le attese di aumento e di diminuzione della spesa nominale per investimenti nel 2019 rispetto al 2018 è positivo, ma inferiore alla precedente rilevazione. Le attese sull’occupazione sono favorevoli in tutti i comparti; nel settore edile il saldo è diventato positivo, portandosi sul valore più elevato da quando il settore è stato incluso nell’indagine all’inizio del 2013″. Le aspettative di inflazione al consumo sono state sensibilmente riviste al ribasso sui diversi orizzonti temporali in tutti i settori, risentendo plausibilmente della diminuzione osservata nei dati ufficiali più recenti. Per i prossimi 12 mesi, le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi si attendono una dinamica dei propri prezzi meno sostenuta di quella appena realizzata, mentre le imprese di costruzione prospettano una crescita pressoché stabile dei listini. In somma, luci e ombre di un processo economico tendenzialmente negativo in prospettiva.