Da uno studio biennale intitolato “The 2017 Global Information Security Workforce Study: Women in Cybersecurity”, condotto da Frost & Sullivan per Center for Cyber Safety and Education e Executive Women’s Forum on Information Security, Risk Management & Privacy (Ewf), emerge che solo il 14% della forza lavoro nell’information security statunitense, è costituita da donne.
Il report rileva che nonostante l’interesse nell’ambito della sicurezza informatica sia in forte espansione, e a dispetto di un aumento della domanda globale di professionisti qualificati nel campo dell’IT, le donne rimangono sottorappresentate nei settori tecnologici.
Si tratterebbe di una percentuale comunque più alta di quella mondiale, che si attesta all’11%. Secondo il documento, gli uomini avrebbero quattro volte di più la probabilità di raggiungere un livello ‘executive’ nel settore rispetto alle donne, nove volte di più di ricoprire un ruolo manageriale, oltre ad essere pagati di più a tutti i livelli, nonostante le donne accedano alla professione con livelli di istruzione mediamente più alti rispetto ai loro colleghi maschi.
Il divario salariale, secondo quanto rilevato dal report, starebbe calando per quanto concerne gli incarichi di alto livello, mentre si starebbe allargando per le posizioni non manageriali. Poco più della metà delle donne intervistate, inoltre, avrebbe segnalato varie forme di discriminazione sul lavoro nel mondo della sicurezza informatica; una differenza di trattamento che, almeno nei Paesi occidentali, crescerebbe “man mano che una donna sale di livello nell’organizzazione”.
Infine, il rapporto, esalta l’impatto positivo dei programmi di formazione, tutoraggio, sponsorizzazione e leadership mirati a far sentire le donne più apprezzate nel lavoro. Attrarre le donne a questa professione in tutte le regioni del mondo potrebbe ridurre la carenza di forza lavoro nel settore, stimata in 1,8 milioni di professionisti entro il 2022.